"Dobbiamo bloccare il Covid, altrimenti avremo ospedali da campo"

“Bloccare il Covid, altrimenti avremo ospedali da campo”

Le giornate, all'ospedale di Partinico, cominciano presto e finiscono tardi. Ecco qual è la situazione.
PARLA IL DOTTORE PROVENZANO
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PALERMO- Il dottore Vincenzo Provenzano, Enzo per chi lo conosce, è – lui come altri – un soldato semplice della Sanità a cui sono sempre piaciute le cose da fare, non le mostrine. Ecco perché il ‘soldato semplice della sanità’ è una persona su cui potrai contare sempre in qualunque trincea. Diabetologo, eccellenza medica riconosciuta, oggi ha il non facile compito di dirigere l’ospedale di Partinico, dedicato al Covid per contrastare, al possibile, la pandemia.

Il dottore Provenzano

Covid, ecco cosa rischiamo

Le giornate cominciano presto e finiscono tardi. E se c’è da tornare in corsia, a orari imprecisati, si torna. Partinico è diventato un centro di riferimento. “Sì, la giornata comincia presto – dice il dottore Provenzano -. Abbiamo cento posti di degenza ordinaria e ventotto di terapia intensiva, sempre occupati, nonostante il grande numero di dimissioni. La sanità siciliana ha fatto e sta facendo anche l’impossibile, ma se non si blocca il virus sul territorio, tra una settimana, avremo gli ospedali da campo. Ci siamo dati una organizzazione precisa, abbiamo cinquanta medici e la degenza è suddivisa per quattro piani, con team separati che possono garantire la continuità assistenziale. Al primo piano ci sono pazienti con problemi respiratori gravi, al secondo la cardiologia, al terzo c’è il nostro spogliatoio, al quarto malati internistici di moderata difficoltà, al quinto i pazienti meno gravi”. Il quinto piano è dunque il miraggio di chi entra all’ospedale ‘Cvico’ di Partinico.

Le dimissioni e la mortalità

“Il ricambio è continuo – spiega il dottore Provenzano – con una bassissima degenza media. La mortalità, rispetto a marzo, è cresciuta. Ci sono molti anziani tra le vittime e c’è qualche giovane. Come abbiamo verificato, è importante che la terapia d’attacco venga impostata subito, già ai primi sintomi. Se perdi tempo, il virus si diffonde. Ecco perché insisto sul territorio e sull’assistenza domiciliare, la più vasta possibile. Prima affronti il Covid, più occasioni hai di sconfiggerlo”.
E poi ci sono i negazionisti: “Li porterei in giro per i reparti, perché si rendano conto di quello che c’è. La fame d’aria è il momento più terribile, è come annegare. E chi muore, purtroppo, muore da solo”. Ma ci sono pure i medici, gli infermieri, gli operatori nel varco lasciato dalla malattia, per combattere fino all’ultimo. E molti sono giovanissimi. “L’altra volta ero con una dottoressa, laureata da poco – dice il soldato semplice Enzo –. Gli occhi dei pazienti brillavano. Tutti cercavano un suo sguardo e una sua parola. In questa pandemia, i giovani sono il valore aggiunto”.

Gli ultimi dati in Sicilia

Ieri, 1.487 nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore, su 9.839 tamponi effettuati; 27 i decessi di persone positive, che portano il totale a 762. Con i nuovi casi salgono così a 23.564 gli attuali positivi con un incremento di 732. Di questi 1.578 sono i ricoverati con un incremento di 35: 1376 in regime ordinario e 202 in terapia intensiva con un aumento di 7 ricoveri. I guariti sono 728. I nuovi positivi sono così distribuiti per province: Palermo: 531, Catania 131, Ragusa 281, Messina 138, Trapani 225, Siracusa 76, Agrigento 15, Caltanissetta 60, Enna 30.


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