Gli anziani al tempo del Covid: "Squadre in giro per aiutarli"

Gli anziani al tempo del Covid: “Squadre in giro per aiutarli”

Tamponi rapidi, ma non soltanto. Ecco di cosa si occuperanno le 'squadre'
LE COMUNITÀ ALLOGGIO
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PALERMO- “Il progetto è quello di prendersi cura degli anziani, di farli sentire protetti, coccolati e mai soli. E’ stata un’idea del presidente Musumeci. Siamo partiti da qualche giorno a Palermo e speriamo che si possa operare in tutte le province. È una iniziativa che nasce nei giorni difficili della pandemia, ma non si tratta soltanto di Covid perché il traguardo è proprio l’elemento di conforto affettivo e materiale”.
Così Renato Costa, commissario per l’emergenza del Coronavirus a Palermo, racconta dell’impalcatura di organizzazione nata e messa a punto velocemente per le comunità alloggio che ospitano gli anziani, cioè quelle strutture che accolgono persone autosufficienti, cercando, senza oltrepassare numeri elevati, di inserirle in un un ambiente il più possibile familiare. Ed è una sfida di accudimento in tempi in cui uomini e donne di una certa età rappresentano indegnamente uno scarto nella testa di troppi che guardano i tremendi bollettini quotidiani di una pandemia e mormorano: “Muoiono soltanto i vecchi”. Oltretutto non è nemmeno vero.

Gli anziani, le vittime fragili

I vecchi (gli anziani), ritratti nelle canzoni, come esattamente sono, ancora pieni del vento della vita (‘I vecchi, vecchi, se avessi un’auto per caricarne tanti…”), ma dimenticati, spesso in tempo di guerra e di pace. Parcheggiati da qualche parte, isolati (“e questi figli che non chiamano mai…), vittime di allucinanti suggestioni di segregazione, per il loro bene si intende, incompresi nel cuore giovane che possiedono, con la ricchezza dei capelli bianchi, bersagli di un mondo che li sopporta poco, mentre balla il ritmo della produttività e dimentica il resto.
Il progetto, appunto, prevede delle squadre, con un medico in pensione, un medico giovane e un tecnico della prevenzione dell’Asp, che viaggino, come già stanno facendo, tra Palermo e provincia per visitare ‘gli anziani’, sapere come stanno, in quelle comunità alloggio, e somministrare tamponi rapidi per la prevenzione della pandemia. Il punto centrale resta proprio l’accudimento.

Le squadre in giro per la provincia

A coordinare è stato chiamato il professore Marcello Mezzatesta (nella foto), settantasette anni, ma sembra che ne abbia almeno dieci di meno, medico, docente universitario in pensione, con tante attività e un lunghissimo curriculum. Insomma, non era uno che stava a casa ad aspettate con le mani in mano.
“Sì, Renato Costa mi ha telefonato qualche giorno fa – spiega il professore – e mi ha informato della volontà del presidente Musumeci di costruire la task force per le comunità alloggio e scattare una fotografia della situazione il più possibile precisa sulla qualità della vita che riscontriamo. Io sono uno a cui piace darsi degli obiettivi da raggiungere. Per qualità della vita intendiamo questo: vedere se le persone vengono curate, se sono abbandonate in un fondo di letto, controllare i parametri necessari delle strutture, vagliare la salubrità dell’ambiente, se c’è il sole, se le stanze sono illuminate… Tutte attività che riguardano anche il pericolo Covid, perché dove c’è meno vivibilità più alto è il rischio. Noi c’eravamo attrezzati per i test random, ora l’assessorato ha inviato una circolare per effettuare tamponi rapidi a tappeto. A Palermo e provincia ci sono circa trecentoquaranta comunità, ogni giorno possiamo mettere in campo tre equipaggi. Dovremo sforzarci molto e andiamo avanti perché queste persone devono sentire l’affetto e la cura della comunità”.
Le squadre cresceranno. Come spiega il commissario Costa, molti medici in pensione hanno chiesto di farne parte: “Si tratta di un ulteriore impegno – dice – ma è per un fine nobile”. Quei capelli bianchi che sorvegliano un cuore ancora giovane hanno bisogno di non sentirsi dimenticati nei pensieri di tutti.


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