Uccise un 73enne per rubargli la pensione: arrestato dopo 4 mesi - Live Sicilia

Uccise un 73enne per rubargli la pensione: arrestato dopo 4 mesi

Ettore Rossitto incastrato dalle telecamere. Deve rispondere di omicidio premeditato e distruzione di cadavere. VIDEO.

MESSINA – Un delitto atroce: un anziano ucciso con 11 coltellate al petto e poi bruciato solo per rubargli la pensione di appena 650 euro. E’ quanto avvenuto a luglio a Milazzo, ma i carabinieri dopo indagini serrate sono riusciti ad arrestare l’autore dell’omicidio. I militari dell’Arma hanno eseguito difatti, stamani a Milazzo (Me) un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della locale Procura, nei confronti di Ettore Rossitto, 56 anni, accusato di omicidio premeditato e distruzione di cadavere.

Il presunto omicida, Ettore Rossitto

Il cadavere nella discarica

Il provvedimento restrittivo chiesto dal sostituto Procuratore Rita Barbieri e dal Procuratore Emanuele Crescenti, scaturisce dagli esiti delle indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina, con il supporto della Compagnia Carabinieri di Milazzo, in seguito al ritrovamento avvenuto il 29 luglio scorso, nei pressi di una discarica abusiva in località Scaccia a Milazzo, del cadavere carbonizzato di un uomo, che aveva varie ferite d’arma da taglio; le prime indagini sull’evento sono particolarmente difficoltose in quanto il corpo della vittima era irriconoscibile e, a seguito del sopralluogo, furono trovati solo un cappellino parzialmente bruciato, un portafoglio contenente 1 euro, tre mazzi di chiavi e un coltellaccio da cucina, ma non vi erano documenti identificativi, né effetti personali utili a dare un nome al defunto.

Undici coltellate

L’autopsia in seguito ha rilevato che si trattava di un uomo che prima di essere dato alle fiamme era stato colpito da almeno 11 coltellate al petto, all’addome e alla trachea, verosimilmente utilizzando un coltello con lama di 20 cm trovato sulla scena del crimine.

Incastrato dalle telecamere

Nel corso delle successive indagini, i carabinieri hanno proceduto alla visione e analisi di più di 10.000 ore di registrazione di filmati estrapolati da oltre 40 telecamere di numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, ubicati nella zona del ritrovamento del cadavere, e hanno individuato la mattinata del 28 luglio, il transito, lungo la strada conducente sul luogo dove verrà poi trovato il cadavere, di un ciclomotore con a bordo due uomini, uno dei quali, il passeggero, vestiva un cappello con visiera di colore verde simile a quello repertato sul luogo del delitto e un abbigliamento compatibile con i frammenti di vestiti rimasti indosso al cadavere bruciato.

Il video delle indagini

Il ciclomotore

Mettendo a sistema tale scena con ulteriori immagini tratte da altre telecamere della zona, si aveva modo di individuare una densa colonna di fumo proveniente dal luogo del delitto, compatibile con l’incendio del cadavere e, poco dopo, il passaggio dello stesso ciclomotore, questa volta con a bordo il solo conducente, da una strada proveniente dal luogo dell’omicidio.

Partendo da alcuni elementi distintivi del ciclomotore e del casco del conducente, gli investigatori riuscivano quindi ad individuare un fotogramma tratto da un’ulteriore telecamera ove era possibile rilevare la targa del mezzo e, in questo modo, giungere all’identificazione del proprietario in Rossitto; l’uomo veniva quindi sottoposto a monitoraggio e ciò consentiva di accertare i suoi pregressi rapporti di conoscenza con Salmeri che era irreperibile da tempo, sebbene nessuno ne avesse denunciato la scomparsa.

Le chiavi di casa

L’identificazione del cadavere in Giovanni Salmeri avveniva proprio a seguito dell’accesso eseguito dagli investigatori nella sua abitazione, usando uno dei mazzi di chiavi rinvenuti sulla scena del crimine. L’uomo viveva da solo e in pessime condizioni igienico sanitarie e i vicini confermano di non averlo più visto sin dal mese di luglio.

La visione di ulteriori telecamere consentiva, inoltre, di individuare delle immagini risalenti alla mattina del 28 luglio, ritraenti Salmeri in compagnia del Rossitto nei pressi di un ufficio postale di Milazzo, dove da successivi accertamenti, emergeva che Salmeri aveva ritirato, poco prima, 650 euro di pensione. Sulla base di tale circostanza, in considerazione della sequenza temporale delle immagini raccolte, è stato possibile ricostruire il delitto commesso da Rossitto il quale, dopo avere condotto Salmeri in una località isolata, sulla sponda del fiume Mela, gli ha sottratto la pensione e poi lo ha ucciso cocon 11 coltellate, dando poi alle fiamme il corpo.

“Delitto premeditato”

La premeditazione del delitto sarebbe comprovata anche da ulteriori filmati del giorno precedente all’omicidio che ritraggono Rossitto mentre si reca ad effettuare due sopralluoghi nei pressi del luogo dove il giorno successivo avverrà il delitto. Rossitto pregiudicato e disoccupato, è stato condotto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto.

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