Emergenza sanitaria e gestione rifiuti, Pd: "Situazione preoccupante"

Emergenza sanitaria e gestione rifiuti, Pd: “Situazione preoccupante”

Le proposte dei rappresentanti del patito cittadino.
L'INTERVENTO
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CATANIA – – “La gestione dei rifiuti solidi urbani nella Città Metropolitana di Catania non ha mai raggiunto standard soddisfacenti, ma a maggior ragione adesso in piena pandemia Coronavirus, raggiunge un livello preoccupante. Si rende necessario intervenire, con estrema urgenza, per diminuire l’inquinamento e salvaguardare la salute pubblica”. A lanciare l’allarme sono il segretario provinciale del Partito Democratico Angelo Villari  e Pedalino Giusy, componente segreteria provinciale, con delega Ambiente e Sostenibilità, che ricordano quanto sottolineato dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Attività Illecite Connesse al Ciclo dei Rifiuti riunita lo scorso 8 luglio per affrontare le problematiche inerenti l’emergenza epidemiologica Covid 19 e ciclo dei rifiuti e in particolare, la raccolta e trattamento dei rifiuti ospedalieri e dei presidi individuali (guanti, mascherine), il mantenimento di un adeguato livello di Gestione Dei Rifiuti Solidi Urbani e l’osservanza dei principi nazionali ed europei in materia di economia circolare, ribadendo come  il legame tra inquinamento e malattia abbiano ormai basi scientifiche.

I dati

La Città Metropolitana di Catania (58 Comuni) è stata suddivisa in tre zone di cui 28 Comuni di competenza della società consortile SRR Città Metropolitana di Catania; 15 Comuni Area del Calatino con Kalat Ambiente SRR, e 15 SRR Catania Provincia Nord.  La SRR Città Metropolitana di Catania si attesta al 25% sui 28 Comuni di sua pertinenza. Solo cinque raggiungono il limite di legge (dati primo semestre 2020): Aci Bonaccorsi 74,35%; Acicastello 70,22%; Belpasso 69,77%; Camporotondo Etneo 67,62%; Biancavilla 65,75%. Tutti gli altri sono al di sotto del 65%: San Pietro Clarenza 56,93%; Aci Catena 55,04%; Sant’Alfio 54,56%, San Giovanni la Punta 53,33%; Valverde 50,84%; Misterbianco 50,28%; Aci Sant’Antonio 49,04%; Santa Maria di Licodia 48,56%; San Gregorio di Catania 48,25%; Sant’Agata li Battiati 47,59%; Zafferana 45,19%; Viagrande 44,59%; Milo 44,47%; Gravina di Catania 44,17% ; Nicolosi 43,37%; Trecastagni 44,86%; Paternò 39,23%; Ragalna 37,69%; Motta Sant’Anastasia 32,85%; Mascalucia 32,53%; Tremestieri Etneo 23,85%; Pedara 19,60%; ultima in graduatoria Catania con appena  8,19%.

Le proposte

“Catania con 8,19% non è solo il fanalino di coda è un insulto ai catanesi – commentano  Villari  e Pedalino –  che pagano per un servizio che non funziona a dir poco scadente perché il 91,81% dei rifiuti prodotti finiscono smaltiti in discarica. Il servizio porta a porta che doveva essere esteso a tutta la città di Catania, ma per ora è una mera promessa”.

“Occorre passare ad una “tariffa puntuale” secondo il principio semplice: pago per quanto rifiuto indifferenziato produco – propongono  i rappresentanti del PD catanese – Molti comuni da anni restano nella soglia tra il 40% e il 50 %. Il regolamento dei rifiuti, poi, dovrebbe essere strutturato sui diversi territori, e non generico.  Occorre sensibilizzare i cittadini anche creando opportune e puntuali premialità. Le isole ecologiche favoriscono questo sistema e producono raccolta differenziata di qualità.  Quando i  cittadini non rispondono alle indicazioni e alla buona prassi, le sanzioni possono essere di grande supporto”.

“Per quanto concerne le numerose discariche, tanto in campagna quanto lungo le strade di città, che contribuiscono a costituire comunque il rifiuto  solido urbano, considerato che molte di esse sono addirittura censite, devono essere eliminate e bonificate, installando sistemi di videosorveglianza”.

“Non è possibile che nel 2020 ci siano ancora così pochi impianti in Sicilia, non in grado di soddisfare il bisogno di una Regione con 5 milioni di abitanti. Non è possibile che la Regione Sicilia continui a gettare rifiuti in discarica”. “Chiediamo al Governo Musumeci come intenda gestire le discariche ormai sature? E che fine ha fatto il Piano di Gestione dei rifiuti?”.

“È giunto il momento di passare dall’era delle discariche a quella dell’economia circolare, trasformando ogni rifiuto in risorsa; di accelerare la costruzione degli impianti, principalmente impianti di trattamento e recupero materia, che siano di elevata tecnologia e diano dignità alla nostra Sicilia, che meriterebbe di stare   al passo con le Regioni Europee green e sostenibili. Non vi è più tempo di aspettare. Ogni amministratore e ogni cittadino faccia la propria parte, ora”. 

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