'Casa Figuccia', la fiction della soffiata di naso...

‘Casa Figuccia’e la fiction della soffiata di naso…

Che cos’è il Figuccismo? Ecco, con l’Orlandismo non c’entra niente, se non altro perché non ha Goethe nella bibliografia.

Che cos’è, azzardiamo, il Figuccismo? Ecco, con l’Orlandismo non c’entra niente, se non altro perché non ha Goethe nella bibliografia. Abbiate pazienza, questo c’è. Ma proprio tenendo presente l’Orlandismo si può ricavare una differenza che aiuti nella comprensione, specificando che parliamo di universi qualitativamente e quantitativamente assai dissimili. Il primo (l’Orlandismo) è l’arte di propagandare anche la soffiata di naso – e non solo quella, in omaggio al vero – come il vento impetuoso di un inesorabile cambiamento. Il secondo (il Figuccismo) è lo stratagemma di apparecchiare un melodramma politico di tuoni, fulmini e saette per poi accontentarsi di una soffiata di naso, con fazzolettino di carta.
Prendiamo in esame gli ultimi fatti in cronaca, tratti dagli articoli pubblicati su LiveSicilia.it.

Puntata numero uno: “Il passaggio di Vincenzo Figuccia alla Lega non è così scontato come sembrava. Almeno così si intuisce dalle parole del deputato palermitano, che ha al suo seguito anche la sorella, Sabrina, consigliere comunale a Sala delle Lapidi. Figuccia chiede aiuto ai suoi fan su Facebook per decidere la strada da seguire, sbandierando messaggi vagamente meridionalisti. ‘In queste ore di profondo travaglio uso i miei social per chiedere al popolo siciliano di tracciare insieme la rotta’”.
Puntata numero due: “Chi di voi ha a cuore la Sicilia? Chi di voi ha il coraggio di stringere un patto con me e con il mio popolo? – inizia così la diretta Facebook di un incontenibile Vincenzo Figuccia che ammantato di bandiera siciliana, non le manda a dire ai leader della politica nazionale. ‘Salvini, Meloni – e li cita tutti – voglio fatti concreti che si traducano in processi di infrastrutturazione, crescita sociale, economica e di pari opportunità per la mia Terra’”.

Puntata numero tre. “Alla fine, Vincenzo Figuccia alla Lega ci va eccome. Prima l’annuncio, poi un mezzo passo indietro, con la spiegazione di voler decidere col popolo. Poi un comunicato con un appello ai leader nazionali di dare un segnale a lui e alla Sicilia. E alla fine un comunicato del plenipotenziario leghista in Sicilia, Stefano Candiani, che appunta sul petto del deputato palermitano, eletto nella lista dell’Udc, un incarico nuovo di zecca”. Miiiii e c’era bisogno di fari tuttu stu travagghiu, direbbe un siciliano saggio, di coppola e gazzosa, in una osteria a caso. C’era, c’era, perché la politica, oggi, è una fiction. Anzi, una ficscion. Dunque, non può esserci soffiata di naso successiva senza melodramma antecedente.

Come in ogni plot che si rispetti, pure ‘Casa Figuccia’ (ecco quale potrebbe essere il titolo immaginario, visto che si muovono sempre insieme) deve lasciare la suspence della puntata che verrà, in attesa del puntatone finale, quando i buoni finalmente vinceranno, le piaghe saranno risanate e ci saranno arancine per tutti. Qui è appena appena un’attesa piccolissima, perché le mosse, osservate nel corso degli anni, si somigliano.
Nessuna acredine, per carità. Soltanto un bonario suggerimento allo sceneggiatore: inseriamo qualche elemento di sorpresa, qualunque sia, per dare un po’ di verve alla trama, ogni tanto. Perché questa sembra (sembra, eh) l’ennesima sceneggiatura che narra di un politico, da una parte, e di un posto al sole, dall’altra. Così fan (quasi) tutti. E noi ci soffiamo il naso.


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