Il trapianto al tempo del Covid: "Così ho ridato la vita a papà"

Il trapianto al tempo del Covid: “Così ho ridato la vita a papà”

Carmelo ha la fobia degli aghi, sviene quando ne vede uno . Ma, per amore di suo padre e della sua famiglia, si è sottoposto al trapianto.
LA GENEROSITÀ DI UN FIGLIO
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PALERMO- Carmelo ha la fobia degli aghi, sviene quando ne vede uno. Ma, per amore di suo padre e della sua famiglia, si è sottoposto al trapianto di fegato all’Ismett di Palermo, trasformando in coraggio l’umanissima paura di tutti che c’è sempre, figuriamoci durante una pandemia.

Carmelo Brunetto ha trentuno anni, è quasi un architetto, suo papà, Amedeo, ne ha sessantasei e aveva una salute non buona a causa del fegato. “Un paio d’anni fa – racconta questo figlio generoso – siamo giunti alla scelta necessaria del trapianto, con tutto l’iter da fare. Ad agosto scorso papà è stato messo in lista e abbiamo organizzato la donazione da vivente in famiglia. Io e mia sorella eravamo compatibili, lei ci ha provato a donare, ma alla fine ho vinto io”. Cioè, anche se sul punto vige un affettuoso riserbo, Carmelo ha vinto una gara di bontà familiare con Maria Luisa, la sorella, che cercava di arrivare prima, per evitare al fratello un percorso impegnativo. Però lui si è imposto: tocca a me.

E c’è quella paura degli aghi. “Quando mi hanno fatto le analisi – racconta Carmelo – sono svenuto. Poi mi sono fatto forza. Ho avuto un grande sostegno, all’Ismett sono fantastici per umanità e professionalità”. Nella successione de pensieri la parola ‘umanità’ viene prima. Molti possono imparare a essere bravi medici e infermieri, ma ci vuole un talento speciale per essere anche persone sensibili.

L’Ismett in una nota spiega: L’attività di trapianto di ISMETT non si ferma. Sono due i trapianti di fegato da vivente su paziente adulto eseguiti nelle scorse settimane presso il centro palermitano. Attualmente ISMETT è la sola struttura in Italia ad aver mantenuto il programma attivo ed adesso, il centro palermitano è in procinto di potenziare il programma trapianto da vivente così da poter supplire alla carenza di donazioni che si è ulteriormente aggravata a causa della pandemia in corso. Il programma da vivente è stato mantenuto attivo grazie ad una vera e propria riorganizzazione dell’Ospedale. ISMETT è, infatti, in prima linea nella lotta contro la pandemia da SARS COV-19 ed ha già istituito al suo interno un intero reparto di Terapia intensiva esclusivamente dedicato ai pazienti affetti da coronavirus”.

“ISMETT – sottolinea il professor Salvatore Gruttadauria, direttore della Chirurgia Addominale su pazienti adulti, che ha eseguito l’intervento – sta proseguendo la propria attività anche in questo momento così difficile per tutto il sistema sanitario. I nostri sforzi sono concentrati a dare risposte ai tanti pazienti che a noi si rivolgono mettendo in campo tutte le opzioni medico-chirurgiche a nostra a disposizione”.
E come è stato l’intervento, Carmelo? Lui adesso ride: “Naturalmente, prima dell’anestesia sono svenuto di nuovo, ma è andata benissimo. Papà, al risveglio, mi ha ringraziato e mi ha detto: ‘Tu mi hai dato la vita’. In un certo senso è vero…”. E ride ancora Carmelo che era e rimane figlio e adesso è anche un po’ il padre di suo padre.


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