I soldi della Regione contro la crisi Covid: fondi per 1,2 miliardi

I soldi della Regione contro la crisi Covid: fondi per 1,2 miliardi

Corsa per attivare i sostegni all'economia. Armao: "La rimodulazione delle risorse? Un lavoro enorme e necessario"

PALERMO – Gli ultimi in ordine di tempo sono stati gli aiuti all’editoria, alle edicole e alle agenzie di distribuzione, messi nero su bianco pochi giorni fa con un decreto del presidente della Regione Nello Musumeci: dieci milioni di euro per il sistema informativo regionale, tre per le edicole e due per le agenzie di distribuzione e servizi stampa. Finanziamenti a fondo perduto che rientrano nel grande calderone degli aiuti messi in campo dalla Regione per combattere la crisi economica figlia del Covid-19. Sarà l’Irfis a pubblicare i bandi tra pochi giorni, per azionare entro dicembre una delle tante leve progettate a maggio con quella che fu definita la “Finanziaria di guerra”.

Interventi per 1,2 miliardi

Il pacchetto a sostegno dell’economia regionale è figlio di una riprogrammazione dei fondi che vale complessivamente un miliardo e 218 milioni di euro. Non sono mancate critiche al governo Musumeci per i ritardi nell’attuazione di interventi che al momento arrivano anche a otto mesi dal varo della manovra, ma a queste risponde l’assessore all’Economia Gaetano Armao: “Abbiamo fatto un lavoro enorme – spiega -. La riprogrammazione delle risorse era l’unica strada percorribile tuttavia se è stato possibile cambiare la destinazione di quel denaro orientandolo verso la spesa corrente, nessuna modifica c’è stata sulle procedure che sono rimaste quelle classiche con i vari passaggi tra Roma e Bruxelles. Ogni voce di spesa è frutto di un lavoro impegnativo”.

Il Fondo per lo sviluppo e la coesione

L’ultimo step è arrivato in settimana con l’ok alla rimodulazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014/2020 da parte della commissione Bilancio dell’Ars: seguirà un ulteriore passaggio ministeriale e poi al Cipe. In questo capitolo rientrano anche i venti milioni per la concentrazione e la patrimonializzazione dei consorzi Fidi destinati al supporto alle imprese, il cui schema di decreto è stato approvato dalla giunta il 26 ottobre: anche in questo caso le domande saranno esaminate dall’Irfis.

Risorse per gli affitti degli alloggi popolari

Dall’assessorato alle Infrastrutture, invece, si attendono a giorni gli avvisi per l’accesso ai 27 milioni di euro, provenienti anche questi dalla rimodulazione del Fondo di sviluppo e coesione, che consentiranno agli inquilini degli alloggi popolari di non pagare l’affitto per i prossimi sei mesi. Intervento che si aggiunge ai sette milioni di euro che provengono però dal Fondo nazionale per il sostegno all’accesso delle abitazioni in locazione). La Regione darà fino a 800 euro di contributo integrativo all’affitto ai destinatari che sono già stati decretati dal dipartimento regionale Infrastrutture. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione finanzia poi i 55 milioni di euro per interventi a salvaguardia del patrimonio forestale e naturale e gli altri cinquanta milioni per il recupero di immobili pubblici e dei bacini di carenaggio: anche in questo caso l’ok della giunta è arrivato il 26 ottobre e si attende la fase burocratica.

Già erogati i fondi per Ncc e taxi

Sono già agli archivi, invece, i dieci milioni di euro provenienti dal Po Fesr e destinati a licenze Ncc (Noleggio con conducente) e taxi: le somme sono state erogate senza alcun ‘click day’, procedura che invece si è rivelata un boomerang per i 130 milioni del ‘Bonus Sicilia’. L’assessorato gestito da Marco Falcone ha erogato sei milioni di euro a 1.354 richiedenti tra taxi (647), Ncc auto e bus (688) e imprese di servizi marittimi (19). Ai taxi sono andati 2.750 euro a testa, agli Ncc 1.650 euro per ogni mezzo. Nel paniere della Regione sono rimasti quattro milioni: di questi, 850mila euro verranno reinvestiti in un bando dedicato agli operatori con licenza comunale (mototaxi e carrozze).

Il passo falso del ‘Bonus Sicilia’

Gli altri interventi più corposi finanziati con il Po Fesr 2014/2020 sono i 130 milioni del ‘Bonus Sicilia’, che avrebbe dovuto rappresentare un momento di rilancio per le imprese sulla base di progetti specifici ma che dopo il fallimento del ‘click day’ si è trasformato in una misura di sostegno a pioggia per una platea più vasta di attività, e gli 80,5 milioni per il fondo di garanzia utilizzato per i prestiti alle imprese attraverso l’Irfis.

Il capitolo turismo

Nel calderone anche i 75 milioni spesi, ma solo in parte, sul fronte del turismo con il progetto ‘See Sicily’: il primo bando da 32 milioni di euro per le strutture ricettive ha visto 800 adesioni per un numero complessivo di 162mila posti letto e un controvalore economico di 11,3 milioni. Su questo fronte si registra l’appello di Sicindustria a riaprire il bando per consentire alle imprese escluse di presentare richiesta. Altri avvisi sono comunque in corso: tra questi i 14 milioni di euro messi in palio per le agenzie di viaggio e gli 1,6 milioni per i ticket nei musei. “Nei prossimi mesi – assicurano dall’assessorato al Turismo guidato da Manlio Messina – arriveranno gli altri bandi come quello per le compagnie aeree e per gli esperti di diving”. Il Po Fesr, inoltre, ha finanziato anche i 40 milioni del ‘Fondo per la ripresa degli artigiani’ istituito presso la Crias.

Gli aiuti ai Comuni

C’è poi il capitolo destinato ai Comuni, in questi giorni alle prese con i ritardi nell’erogazione delle risorse del Fondo perequativo. Le cifre per ogni Comune sono state già decise e si attende l’erogazione di 263 milioni e 500mila euro. A questi si aggiungono i 140 milioni di euro di contributo alla finanza pubblica e i 115 milioni di euro per investimenti e rate di mutuo degli enti locali. Già incassati, invece, i cento milioni di aiuti alimentari varati a marzo, quando l’isola stava attraversando la prima ondata del Covid.

Armao: “Critiche ingiuste al governo Musumeci”

“In Germania e in Spagna i rispettivi governi hanno coinvolto le Regioni nella strategia di lotta alla crisi finanziaria figlia di questa epidemia devastante – sottolinea Armao -, trasferendo ai territori rispettivamente 16 e 13 miliardi di euro”. E ancora: “In Italia, su cento miliardi di disavanzo fatto per la lotta ai contraccolpi economici del virus, soltanto cinque sono andati alle Regioni e ai Comuni per coprire le minori entrate. Per questo motivo è stato necessario percorrere la difficile strada della riprogrammazione delle risorse europee. Le critiche al governo regionale? Le trovo ingiuste”.


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