La fine della settimana sul fronte Covid in Sicilia ha visto un gran trambusto, che promette di proseguire con pop corn e patatine per gli appassionati del genere, sull’audio del dirigente generale della Sanità Mario La Rocca. Audio, indubbiamente sapido dal punta di vista giornalistico (lo ha tirato fuori La Sicilia), che offre a un ascolto oggettivo un paio di certezze: uno, che La Rocca era contrariato per i ritardi dei suoi interlocutori; due, che anche i superdirigenti quando gli prendono i cinque minuti usano la parola ca**o come buona parte degli altri locutori della lingua italiana sparsi per il mondo.
L’opposizione, anzi, quella parte di opposizione che qualche giorno fa aveva presentato una mozione di censura all’assessore alla Salute, ha voluto leggervi tanto altro, imbastendo un caso mediatico per ottimizzare la chance di mollare qualche sberla al governo regionale, in particolare all’assessore alla Salute. Come se non fossero mancate le occasioni per farlo. Oggi Pd, 5 Stelle e Cento passi si produrranno in una conferenza stampa congiunta, dopo aver sostenuto, in buona sostanza, che il famigerato audio crei allarme sulla possibilità che i posti Covid in Sicilia in parte esistano solo sulla carta. Che è poi, quest’ultima, una tesi in qualche modo sostenuta nei giorni precedenti dai medici sindacalizzati del Cimo. E che la Regione ha smentito e continua a smentire.
Ora, forse ci vuole un certo sforzo di dietrologia per ritenere che l’audio in questione rafforzi la teoria dei primi a scapito dei secondi, ma la querelle proseguirà. Anche perché la pezza messa da La Rocca (accuse clamorose ai medici di diagnosi inventate per non convertire i reparti in Covid), è stata forse peggio dello strappo, offrendo all’arco degli oppositori del governo altre frecce. Il riflesso pavloviano ha già portato all’annuncio dell’immancabile esposto (anzi, esposti) in procura. Il carico ce l’ha messo il governo nazionale, con il ministro Boccia, quello che dieci giorni fa ammoniva l’Italia con un “basta polemiche” perentorio. Quelle degli altri, ovviamente.
Tra ispettori annunciati da Roma o invocati dalla stessa Regione a mo’ di sfida (speriamo che siano rapidi a fare di conto, non dovrebbe essere così complicato, e i siciliani hanno diritto di sapere), lo spettacolo andrà avanti almeno fino alla discussione della mozione di censura a Razza, il vero bersaglio della polemica. Quella mozione che un pezzo dell’opposizione, Italia viva, non ha firmato, sfilandosi e distinguendosi anche dalle polemiche sul famoso audio: la Regione chiarisca, hanno detto i renziani, anche per evitare che si costruiscano polemiche sul nulla. E già, chiarire non sarebbe male. Perché che ci sia stato un che di per lo meno fumoso nella comunicazione su questo preciso punto della gestione dell’emergenza da parte della Regione è un’obiezione che appare non infondata a chi scrive. Qualcuno, solo a titolo d’esempio, ha capito se i posti dell’ospedale di Petralia servono a qualcosa? E non è certo questo l’unico passo falso del governo regionale.
“Credo che è questo il momento in cui tutti dovremmo essere spinti da un comune desiderio, cioè quello di superare tutti assieme questo momento difficile e di posticipare le polemiche e le lotte politiche”, ha detto ieri il commissario emergenza Covid a Palermo Renato Costa. Difficile aspettarsi che qualcuno gli darà ascolto. E questo in fondo è un contrappasso dantesco per Musumeci e i suoi. Non fu d’altronde lo stesso governatore a indignarsi incredulo in tv all’indomani della coloritura arancione della Sicilia, salvo poi adottare misure di contenimento ancora più drastiche come la chiusura domenicale per tutti? La verità è che da mesi nessuno o quasi in Italia rinuncia alla polemicuzza contro l’avversario politico e alla strumentalizzazione dell’emergenza ai fini della propaganda di parte. E chi è senza peccato, qualsiasi sia il colore della sua maglia (pure se l’ha cambiata da poco che qui si è tornati a ritmi di cambio di casacca che manco Fregoli), scagli la prima pietra.
Intanto, mentre la politica s’azzuffa, la Sicilia viene fuori dalla settimana più dura dall’inizio della pandemia. In sette giorni si sono contati 290 morti, il numero più alto di sempre. Le vittime in Sicilia sono arrivate a 1186. I positivi sono saliti a più di 37mila, un incremento di oltre ottomila unità. I ricoverati sono 1.838, di cui 241 in terapia intensiva. Rispetto alla settimana precedente sono aumentati di 145. Insomma, il quadro generale continua a sollecitare la massima attenzione. Dagli sforzi sul tracciamento a quelli sui Covid hospital, dal territorio da potenziare per ritrovare il filo perduto del tracciamento a una strategia più attenta sul trasporto pubblico, serve uno sforzo epocale per rimediare alle mancanze dell’estate e resistere in quest’ultimo miglio che ci separa dal vaccino. E ogni giorno avrà la sua pena. Vediamo quanti ancora ne dovranno passare appresso alla zuffa della chat.
Il danno oltre la beffa o viceversa, è che a liberamente interpretare il discorso del dirigente, siano quelli che hanno avallato la svendita dei siciliani, anche a fronte di una sentenza della Corte Costituzionale!
Anche in Sicilia la politica regionale ha fatto zero,il governo nazionale ha stanziato per il COVID milioni di euro e per incapacità dei commissari di asp e ospedalieri siamo in mezzo alla ……,,anche qua si è giocato sui posti di rianimazione giocando su posti disponibili,da mettere in funzioni e quelle che sono attivi,il conto è facile basta vedere quanti posti di COVID attivi abbiamo ad oggi in funzione e calcolare quanti anestesisti ci sono in servizio nelle terapie intensive COVID .l’assessore razza in questi mesi ci ha confuso giocando su queste parole (posti disponibili e pronti) non sapendo che dietro un numero (posto di rianimazione)c’è la vita di una persona .Parlo della provincia di Agrigento dove ancora ad oggi il reparto COVID di Ribera non è pronto,non ci sono rianimatori,le gare per le ambulanze è stata fatta qualche giorno fa.Basta ,non possiamo ancora subbiare e farci prendere in giro da questa politica che fa solo promesse,c’era il tempo per fare i concorsi ,per prepare gli ospedali COVID ,per fare le gare ,invece ad oggi assistiamo a una politica che gioca sui numeri per non fare diventare la Sicilia zona rossa.Ma l’opposizione ,i sindacati, il giornalismo d’inchiesta dove sono andati a finire.
Questo scenario è a dir poco vergognoso, e sempre e solo sulla pelle dei Siciliani
Alle due certezze sull’audio di La Rocca è doveroso aggiungerne una terza: è evidente che La Rocca sollecita di caricare i dati con i posti letti senza preoccuparsi che siano posti letto disponibili e attivi ma preoccupandosi dei numeri per non diventare zona rossa o arancione, e dice ai suoi sottoposti di conseguenze negative per loro con Razza se non lo faranno…Siamo seri per favore
sono un operatore della sanita purtroppo dobbiamo rilasciare interviste nascosti per evitare ordinanze disciplinare ,le tanto USCA che l’assessore Razza parla, per la maggiore parte mancano di macchina , di autista di infermiere e poi non vengono disinfettate,sono troppe poche in base al territorio, nessuno operatore chiama il familiare o il paziente positivo a casa ,c’e un corsenter che chiama e molte volte i numeri sono sbagliate e chiama la persona sbagliata,i pazienti non vengono curati al domicilio ,certe volte per fare un tampone passano quatto giorni , per non parlare del tampone di controllo che non arriva mai ,la tracciabilita non si riesce più a fare .Bisogna organizzare meglio la medicina territoriale sfruttando al meglio il personale esistente affiancabile alle USCA.
ma l’audio alla stampa come è arrivato? pare che questa cosa non interessi nessuno, e invecve spiegherebbe tutto, e magari ci acconrgiamo che non il Covid il problema, ma il pretesto.
Chiunque abbia amministrato sa che i burocrati vanno strigliati se no perdono tempo, poi c’è Fava, il regista, e i cinquestelle che non hanno amministrato manco un condominio
Perdono tempo? Ma stiamo parlando di patate o di posti letto in terapia intensiva? Stiamo parlando di patologie, di interventi chirurgici, di persone con il cancro! Mi faccia il piacere!
Basta chiedere agli ospedalieri per capire che non si tratta di un caso mediatico ma di amministrazione prona alle esigenze della politica di salvare faccia e poltrona. Se non ci fossero i morti sarebbe da ridere invece è roba da codice penale.