Covid, lacrime per Alfio Distefano Le figlie: "Proteggici da lassù" - Live Sicilia

Covid, lacrime per Alfio Distefano Le figlie: “Proteggici da lassù”

Tutti lo chiamavano "la roccia", ma il virus lo ha strappato all'amore dei suoi cari.

NICOLOSI – Il cuore strappato dal petto. Un dolore reso ancora più acuto dal senso di impotenza. Dalla solitudine creata da un virus che si chiama Covid-19. Che uccide. E uccide senza possibilità di un ultimo abbraccio, un ultimo tocco, un ultimo sguardo. Alfio Distefano aveva 61 anni. Un nonno amorevole, un padre encomiabile, un marito eccelso, un figlio esemplare. Domenica scorsa è andato via. Una voce al telefono ha comunicato alla famiglia la tragica scomparsa. Una chiamata che ha cambiato la vita delle sorelle Giusy e Miriam. A Nicolosi tutti lo definiscono “la roccia”. Una montagna di forza e generosità, innamorato del suo lavoro alla forestale, amante della natura che riscopriva ogni volta che andava a cercare funghi, e poi appassionato di atletica ed era infatti giudice di gara. 

Oggi pomeriggio si sono svolti i funerali di Alfio alla Chiesa Madre di Nicolosi. E alle ferite si sono aggiunte altre ferite, perché Giusy non ha potuto partecipare alle esequie essendo in isolamento domiciliare. Imprigionata nel suo dolore, ha lasciato scorrere le lacrime in una lettera d’amore. 

“Ciao papà, amore nostro, noi non possiamo essere lì vicino per questo maledetto virus, seguiamo la messa con il cellulare dentro la macchina, ma siamo lì con il cuore”, scrive la giovane che cinque anni fa ha dato al suo papà la gioia di diventare nonno.  “Quando ho dato alla luce Domenico Alfio era la persona più felice del mondo, l’hai cresciuto come un figlio, Domenico ti ha sempre chiamato papà”, scrive ancora.  “Un pezzo del nostro cuore se n’è andato, non sappiamo come vivere senza di te”, confessa Giusy ancora incapace di credere che il suo papà non farà rientro più da quella porta. Quella stessa porta da cui è uscito per salire sull’ambulanza che lo ha portato nell’ospedale da dove non è tornato più. “In ospedale fino a quando non ti hanno tolto il telefono ci scrivevi, ci chiamavi. Ci hai scritto “vi voglio bene”. Ci facevi respirare con la tua voce”. Quella fame d’aria che ha portato via Alfio, un’altra vittima del coronavirus. Un altro nome che si aggiunge ai tanti che purtroppo ogni giorno alzano i freddi numeri che arrivano alle caselle di posta delle redazioni. 

Anche Miriam affida a un’epistola la sua bellissima dichiarazione d’amore al padre. “Un uomo buono che non conosceva l’odio. Lascia pure – scrive – la mamma di 94 anni, Maria, un dolore lacerante il suo, che non ha mai abbandonato ma curato e accudito con amore. Mia mamma il suo amore più grande, guai chi la toccava, lui conosceva solo l’amore che dava alla sua famiglia trascurando se stesso”. Alfio ha rinunciato anche ai viaggi per poter permettere alle sue figlie di potersi laureare. La felicità degli altri era la sua fonte inesauribile di gioia. Il dono era la sua linfa di forza.  

Una comunità unita nella commozione e nella tristezza quella di Nicolosi. Il sindaco Angelo Pulvirenti lo conosceva da quando erano piccoli: “Abbiamo condiviso scuole elementari e medie, disponibile e generoso, tanti bei ricordano mi legano a lui, persona veramente per bene. Và via un amico, dotato di una grande umanità e bontà”. 


Anche il mondo sportivo ha voluto ricordarlo e commemorarlo. “Vincenzo Parrinello,  Commissario Fidal Sicilia scrive: “A nome dell’atletica siciliana e mio personale le più sincere condoglianze alla famiglia e agli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarne le doti umane e professionali nonché la sua incondizionata disponibilità” .

Oltre al dolore e al pianto, Miriam e Giusy hanno nel cuore il peso del dubbio. Le figlie di Alfio promettono che tra qualche giorno, quando potranno finalmente uscire di casa cercheranno di capire se c’è stata qualche lacuna nell’assistenza. “Se ci sono responsabilità chiederemo giustizia e non avremo pace finché non l’avremo ottenuta”. 

Le due sorelle sono sicure che il loro papà resterà vicino al loro, qualsiasi cammino o battaglia intraprenderanno. “Adesso sei un angelo, il più bello che ci sia. Proteggici da lassù”. 

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