La casa all'asta e la violenza: "Pugni davanti all'ascensore" - Live Sicilia

La casa all’asta e la violenza: “Pugni davanti all’ascensore”

I particolari che hanno portato all'arresto di tre persone

PALERMO – “Ho sentito le urla e mi sono precipitato nel pianerottolo, ho chiamato la polizia e l’ambulanza”: così inizia il racconto dell’avvocato Calogero Pisciotta nel cui studio, in via Dante, nel febbraio dello scorso anno è scoppiato il putiferio durante la vendita all’asta di una casa.

Il legale ha dovuto sospendere la gara e annullare la precedente aggiudicazione di un lotto. Nei giorni scorsi sono finiti ai domiciliari tre persone: Elisabetta Castiglia, 71 anni, e i figli Andrea ed Emanuele Ciaramitaro, di 54 e 36 anni.

Sono stati i poliziotti del commissariato San Lorenzo quella sera di febbraio a raccogliere il racconto delle vittime, due fratelli e una sorella, mentre si trovavano al Pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia.

Prima le minacce: non dovevano fare offerte altrimenti “vi seguiremo fino alle vostre case”; “Se comprate le case di ammazziamo”.

Dopo lo stop forzato dell’asta le tre vittime si sono spostate verso l’ascensore per andare via: “Emanuele Ciaramitaro mi diceva che non mi avrebbero fatto prendere l’ascensore. Cercavo di andare, ma subivo un calcio alle spalle che mi faceva cadere dalle scale”.

Nel frattempo “mia sorella veniva presa per il collo da Ciaramitaro Emanuele e da Castiglione Elisabetta”. Un altro fratello “cercava di difenderla”, ma “ha preso un pugno alla tempia, è caduto a terra, perdendo i sensi”. I tre sono stati riconosciuti perché “hanno una fabbrica di cuscini nel rione Marinella”, lo stesso dove è ubicata la casa di via Calcante, andata all’asta in seguito a un pignoramento.

Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Andrea Fusco, l’obiettivo dei Ciaramitaro e forse di un’altra persona che si era aggiudicata un lotto precedente era quello di scoraggiare i rilanci di altri potenziali acquirenti. Con le buone o con le cattive.


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