“Il Covid ha cambiato target: la verità su cortisone e Fans” - Live Sicilia

“Il Covid ha cambiato target: la verità su cortisone e Fans”

Cortisonici, Fans (oki, aspirina), terapie sperimentali e vaccino. Intervista all'infettivologo Carmelo Iacobello.

CATANIA – Sul web non si parla d’altro e a farlo sono spesso pseudo esperti: “Cortisone ai primi sintomi di coronavirus”. È proprio questa la strada giusta? E poi, è vero che i Fans (oki e aspirina) sono pericolosi? E ancora, esiste una terapia specifica contro il coronavirus? Ecco le risposte del professore Carmelo Iacobello, direttore del reparto di malattie infettive dell’azienda di alta specializzazione Cannizzaro. Uno dei massimi esperti nazionali.

Professore, cosa sta accadendo?

“Il virus modifica la sua patogenicità e il target, inizialmente era sopra gli 80 anni. Adesso colpisce con maggiore virulenza i soggetti che sono compresi tra i 50 e i 70 anni. Si sta abbassando l’età media dei pazienti e speriamo che ci fermiamo qui”.

Il virus ha cambiato, quindi, target di età

“Il virus sta occupando una fascia d’età, dei 50 – 70 enni, che è quella ancora maggiormente disponibile. È chiaro che gli anziani rappresentano la principale fascia che paga, in termini di mortalità, il contagio. Ma rispetto alla prima ondata, il target è cambiato”.

Perché molto spesso perdono la vita gli anziani?

“In molti anziani la sintomatologia si manifesta quando è troppo tardi, l’anziano tende a sottovalutare i sintomi e a non essere così pronto. L’anziano, quando ha più patologie, è particolarmente abituato alle sofferenze e alle malattie e per questo sottovaluta i sintomi”.

Il virus non ha un decorso lineare?

“La risposta dell’organismo è fondamentale. Se ho una buona risposta immunitaria, riesco a bloccare il virus completamente. Ci sono molti soggetti asintomatici, nei quali il virus circola e non dà segni di malattia”.

LA TERAPIA

Molto spesso viene prescritto il cortisone ai primi sintomi, anche lievi. Che ne pensa?

Nelle prime fasi, quando non c’è una componente infiammatoria importante, ma solo la replicazione del virus, legata alla capacità che ha l’organismo di sviluppare una risposta immunitaria, il cortisone che è anche immunosoppressore, rischia di favorire il virus nelle sue capacità replicative. Una cosa che, nello sviluppo del virus, può diventare pericolosa.

E i Fans?

Invece i Fans non hanno impatto sul sistema immunitario, riducono la componente febbrile con un’azione antipiretica, antinfiammatoria, in una fase iniziale è più indicato un Fans, più della tachipirina.

Per esempio?

Per esempio un Oki o un’aspirina, un voltaren compresse, ancora meglio della tachipirina, che è utile in alcune situazioni, tipo quando ci sono dolori muscolari.

Quando, invece, serve il cortisone?

Con l’aumento della componente infiammatoria, può scatenarsi una risposta abnorme del sistema immunitario. Si incendia la casa, insieme ai topi. Ecco perché il cortisone diventa fondamentale, non è più l’azione provirale che conta, ma quella antinfiammatoria del cortisone. Ma non siamo nella fase iniziale del virus.

TERAPIA OSPEDALIERA

Quali farmaci avete a disposizione adesso?

“Rispetto a marzo e aprile abbiamo meno farmaci che usavamo ed erano farmaci che funzionavano, oggi abbiamo il warning dell’Aifa e ci dice che non li possiamo usare. Anche l’Aifa ci ha lasciati soli.

Questo cosa comporta?

“Abbiamo pochissime armi, non si può curare il coronavirus solo con il cortisone e l’eparina, merita un approfondimento terapeutico con farmaci antivirali.

Il famoso tocilizumab?

Non è più consentito usarlo, è assolutamente vietato, è un aspetto che ci lascia in una guerra sanguionosa senza armi.

Non siamo ancora al sicuro?

Siamo distanti da quello che è stato ottenuto per l’hiv e per l’epatite C. Sono state trasformate, il primo in una patologia cronica, perché i farmaci lo hanno fatto diventare una patologia cronica e per l’epatite C abbiamo farmaci che hanno completamente eradicato il virus, dobbiamo puntare su avere una terapia specifica ed eziologica.

Quindi, ancora una terapia specifica non c’è?

Non esiste una terapia eziologica, abbiamo bisogno dei vaccini per la prevenzione e di una terapia per i malati. Il vaccino va bene, ma serve per quelli che non hanno la malattia. Oggi il problema è curare i malati. E fino a quando non avremo un’estesa vaccinazione della popolazione conteremo molte centinaia di migliaia di morti nel mondo.

MORTI IN AUMENTO

I decessi, rispetto alla prima ondata, sono aumentati e le terapie intensive sono sovraccariche

“I morti sono davvero tanti, bisogna lavorare sulla terapia specifica sugli antivirali diretti, solo così possiamo avere un vantaggio diretto. La terapia intensiva è una terapia per pazienti complessi e gravi e bisogna fare il possibile per evitare l’accesso, quando un paziente entra non è semplice, deve essere intubato e ha bisogno di un trattamento che si prolunga nel tempo, per questo bisogna formare un fossato, un sistema che faccia da filtro e impedisca al paziente di arrivare lì”

IL SISTEMA SANITARIO

Che ne pensa del sistema sanitario?

“Siamo stati colti di sorpresa, non immaginavamo di dover avere a che fare con una pandemia di grandi dimensioni, non è mai stato fatto un piano pandemico nazionale e tutte le regioni, alle quali compete la sanità, si sono trovate scoperte sulla gestione del territorio.

Molti malati arrivano in ospedale in gravi condizioni nonostante la terapia domestica.

“La gestione del paziente domiciliare avrebbe dovuto fare la differenza ma bisogna organizzare un sistema di medicina territoriale che è carente in tutta Italia. A casa fanno l’eparina che può aiutare e poi il cortisone, non sappiamo quanto siano utili nell’evoluzione della malattia, la sensazione è che non siano sicuramente efficaci al 100%”.

Qual è la speranza?

Ancora abbiamo gli effetti dell’onda lunga, se continuiamo a essere così bravi qualche risultato otterremo, tra 15 giorni potremmo avere una riduzione significativa.

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