"Uniti contro ogni forma di violenza", la chiamata dell'Unione delle donne

“Uniti contro ogni forma di violenza”, la chiamata dell’Unione delle donne

Il documento dell'Unione delle donne italiane per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
25 NOVEMBRE
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3 min di lettura

CATANIA – Andare oltre il 25 novembre. Costruire un percorso condiviso che porti un cambiamento radicale della società, una società che metta al centro la donna condanni ogni forma di violenza. Nel giorno della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne dell’Udi di Catania ha prodotto un documento nel quale invita all’azione le associazioni e le organizzazioni che seppur diverse condividano alcuni obiettivi. 

Oltre il 25 novembre

“Ci siamo interrogate sul senso che ha per noi questo 25 novembre del 2020 e ci siamo dette che non ci basta combattere per uno o più diritti, ciò che ricerchiamo è un cambiamento radicale della società – scrivono. Un cambiamento che assume come misura le donne che ogni giorno sono oggetto di violenza e di discriminazione.

Un patto permanente

“Questa responsabilità ci ha indotto, nel tempo, a sperimentare convenzioni temporanee per perseguire utilità politiche comuni, adesso è tempo di costruire un patto permanente tra le associazioni con le quali da tempo collaboriamo e che condividono la più generale convinzione di dover contrastare ogni forma di violenza, di diseguaglianza e di illegalità che attanaglia la vita, la libertà, la dignità delle persone. Un patto – aggiungono – che assume la contraddizione di genere quale priorità (“pietra angolare”), e afferma l’impegno di tutti a declinarla nello svolgimento delle azioni che connotano ciascuna organizzazione. Una occasione di reciproca contaminazione che speriamo contribuisca a creare reti e legami sempre più significativi in una realtà, quella in cui viviamo, drammaticamente impoverita sul piano dei valori e dei comuni significati che stanno alla base di una democrazia matura, ricca e partecipata”.

Il movimento

Il movimento in questa visione diventa fondamentale spiegano le donne dell’Udi di Catania. “Per queste ragioni – sostengono – indichiamo un movimento comune (con-venire), una parità (convenire su qualcosa, pattuire e concordare), e una utilità condivisa e diffusa (una convenienza). Proponiamo che ci si muova dalle proprie dimore politiche a segno di movimento e di identità (ciascuna/o infatti ha una casa e una identità individuale e associativa, che ne costituisce il valore irrinunciabile). Che ci si muova per pattuire qualcosa. Che ci si muova, insieme e in accordo, per raggiungere comuni utilità.

Gli obiettivi comuni

Chiari gli obiettivi così come i mezzi   per raggiungerli:

·   contrastare la disparità di genere, stereotipi di genere, sessismo, accettazione e giustificazione della violenza contro le donne

·  contrastare ogni forma di illegalità, comportamenti discriminatori e violenti, la diffusione di notizie false.

Chiare anche le azioni per ottenerli:

·  la vigilanza e il contrasto rispetto ad atti e comportamenti che confliggono con le questioni di principio condivise dalle promotrici e dai promotori

·  costruire memoria 

· promuovere patti volti a cambiare il volto e le condizioni di vita delle nostre città e dei nostri territori  

L’importanza della partecipazione

“Siamo ancora una volta ad un nuovo inizio, siamo a ribadire il valore della politica, in un momento in cui sembra deperire il suo stesso senso. Siamo a ribadire il suo valore mentre cresce la riluttanza a considerarlo strumento prezioso in grado di ricostruire e narrare il senso ideologico ed etico delle cose e dell’agire personale e sociale – sottolineano. Noi, da sempre instancabilmente dedite al nuovo, rifiutiamo il silenzio che sembra conquistare la politica, tradendone significato e funzione. Pratichiamo la politica a voce alta con la forza dei nostri corpi, della nostra storia, del nostro tempo. Sappiamo di potere e volere incontrare “altri” con i quali condividere questo cammino. Siamo pronte ad un nuovo cambiamento, la riproposizione stanca di vecchi modelli è rassicurante, ma non è ciò che serve al movimento delle donne e alla comunità della società civile. Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi vi daremo conto del percorso della convenzione e delle sue protagoniste/i.

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