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LiveSicilia.it / Cronaca / Madre e figlia morte nel rogo: prescrizione cancella la condanna

Madre e figlia morte nel rogo: prescrizione cancella la condanna

In primo grado all'imputato erano stati inflitti nove anni di carcere
PALERMO
di Riccardo Lo Verso
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PALERMO – La prescrizione spazzerà via la condanna per la morte di una donna e della figlia di 16 anni, decedute nel 2008 nell’incendio che distrusse una palazzina in via Pindemonte, a Palermo.

Ed era stata una condanna pesante a 9 anni quella inflitta a Claudio D’Antoni, ritenuto colpevole in primo grado del reato di “omicidio come conseguenza di altro delitto”.

A chiedere di non doversi procedere per prescrizione è stato il sostituto procuratore generale Emanuele Ravaglioli, a cui non è rimasto che prendere atto che non si è fatta giustizia in tempo. Di tempo se n’è perso parecchio durante il processo di primo grado anche perché il giudizio ripartì da capo per il trasferimento del giudice. Di rinvio in rinvio la sentenza di condanna fu emessa dieci anni dopo i fatti, avvenuti nell’estate del 2008.

A perdere la vita furono Maria Stella e Fatima Lo Verso. Secondo l’accusa, l’imputato, figlio del titolare di un negozio di telefonia ed elettronica, per frodare l’assicurazione avrebbe appiccato il fuoco che si propagò ai piani superiori.

Per il legale della difesa, l’avvocato Salvatore Gambino, che aveva sostenuto in primo grado la tesi dell’incendio causato dagli esattori del racket, i termini già allora erano prescritti.

I fratelli e figli delle vittime, parte civile con l’assistenza degli avvocati Calogero Vella e Vincenzo Pillitteri, avevano urlato la loro indignazione per i tempi lunghi del processo.

“Siamo alla morte dello stato di diritto – spiega l’avvocato Vella -. Le nebbie della giustizia negheranno il diritto di una famiglia piegata dal dolore ad avere una sentenza”.

Pubblicato il 26 Novembre 2020, 19:0327 Novembre 2020, 08:56
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Commenti
  1. Mirko 2 mesi fa

    Che schifo, che vergogna.

    Rispondi
  2. Nicolo 2 mesi fa

    Lo stato italiano le ha uccise un’altra volta con la sue inerzia.

    Rispondi

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