Un nuovo Dpcm con mille limiti, restrizioni tanto più dolorose perché in tempo tradizionalmente di festa, di riunioni in famiglia, tra gli amici. Ma è tempo anche di rischi ancora elevati, di morti e sofferenze insieme però a una speranza: l’essere vicini, con i vaccini finalmente visibili in fondo al tunnel, alla fine di un incubo, almeno nelle drammatiche dimensioni che purtroppo abbiamo conosciuto e stiamo conoscendo. Sarebbe un peccato, imperdonabile, se per non rinunciare a un pranzo, a una giocata a tombola, a una sciata perdessimo quanto finora guadagnato faticosamente in termini di riduzione dei contagi esponendoci a una terza ondata. Chi la potrebbe sopportare dal punto di vista sanitario ed economico? Non mi ha appassionato affatto e non mi appassiona lo stucchevole e pericoloso teatrino dei passaggi di colore delle Regioni, in particolare della Sicilia, con lo squallido contorno di polemiche politiche. Ciò che piuttosto mi sconforta – ormai non riesco nemmeno a indignarmi – è il fatto che mentre milioni di italiani si faranno carico di ulteriori sacrifici per tutelarsi e tutelare il prossimo pure a Natale e Capodanno – dalla mascherina al distanziamento, dalla continua sanificazione delle mani alla rinuncia a festeggiare – ci sarà chi renderà vani tali sforzi in nome di una libertà male intesa. Le attività economiche assai penalizzate? Sono convinto che il Governo nazionale stia facendo molto per risarcire chi subisce un danno dalle chiusure, come sono convinto che la crisi esista da prima della pandemia perché provocata da ben altri fattori. Le lamentele dei commercianti, degli imprenditori e delle partite Iva non stanno emergendo soltanto ora, per le note ragioni legate a una lunga compressione dei consumi e stagnazione dell’economia. Paradossalmente chi ha correttamente agito senza evadere o eludere le tasse, comunicando il giusto fatturato, avrà dai provvedimenti governativi una boccata d’ossigeno. Il punto allora è: invertiamo adesso la curva dei contagi in attesa delle vaccinazioni, poi, al di là della fase transitoria dei ristori, occupiamoci della crisi economica utilizzando sì le risorse europee ma soprattutto rivoluzionando il “Sistema Italia” vecchio e farraginoso, dal Fisco nemico delle imprese alla burocrazia idiota che blocca iniziative e investimenti, dalla Giustizia dei tempi biblici a una Sanità da centralizzare togliendola alle regioni, da una politica finora assente per giovani e famiglie a una forte digitalizzazione di processi, procedure e adempimenti, nel pubblico e nel privato, da metterci al passo con i Paesi più avanzati. Altro che bisticciare su rosso, arancione e giallo. Intanto combattiamo il nemico che se ne fotte altamente dei nostri colori e delle nostre, seppur legittime, rivendicazioni.
La salute val bene una tombola

Ci sarà chi renderà vani questi sforzi in nome di una libertà male intesa?
Al netto delle deficienze di Musumeci e Razza nelle politiche sanitarie della nostra regione, il vero pericolo è quello dei disubbidienti. A loro dobbiamo questa seconda ondata, e da come si comporteranno a Natale dipenderà la salute, meglio la vita, di vecchi e giovani. Ma possiamo nutrire speranze se gli audaci no mask e i sostenitori della libertà di assembramento hanno il loro modello di riferimento in gente come Salvini, uno che continua ad usare la mascherina come gorgiera in pericolosi selfie tete-à-tete?