Dissequestrata la Confraternita Misericordia, libere due indagate - Live Sicilia

Dissequestrata la Confraternita Misericordia, libere due indagate

Lo ha deciso il Tribunale del Riesame

Il Tribunale del riesame ha annullato due ordinanze di custodia cautelare e dissequestrato la “Confraternita Misericordia Palermo”.

Lasciano gli arresti domiciliari e tornano libere Marilena Scalia (difesa dagli avvocati Giovanni Castronovo e Simona La Verde) e Concetta Teresi (difesa dagli avvocati Luigi Miceli e Rachele Chiavetta).

La società che si occupa del trasporto di pazienti dializzati torna nella disponibilità dell’amministratore Giuseppe Pantò (assistito dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici).

Secondo l’accusa, la onlus sarebbe stata di fatto gestita dai fratelli Giuseppe e Gioacchino Di Minica (per i quali il pm aveva richiesto la misura degli arresti domiciliari non accolta dal gip), e dalle rispettive mogli. Dietro l’etichetta di associazione di volontariato si sarebbe celata una vera e propria attività imprenditoriale.

A Concetta Teresi viene inoltre contestato di avere creato due chat con altre associazioni e cooperative in modo da controllare il servizio e ottenere rimborsi più pesanti dall’Azienda sanitaria provinciale. Come? Sostenendo di non potere effettuare il trasporto di più pazienti simultaneamente, ma sono servizi singoli.

La difesa ha dimostrato che sarebbe stata l’Asp a non rispettare quanto previsto da una convenzione. “È stato dimostrato inoltre che la Misericordia Palermo – spiega l’avvocato Castronovo – non è stata gestita dai fratelli Di Minica e dalle loro mogli, essendo stati il governatore ed il coordinatore, di concerto con il personale amministrativo, ad assumere le varie decisioni gestionali. La Misericordia è a tutti gli effetti un’associazione di volontariato e non un’attività imprenditoriale. Da qui l’annullamento dei giudici del riesame per carenza dei gravi indizi di colpevolezza”.

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