Lavoratori postali, a Palermo pronto lo screening di massa: i dettagli

Lavoratori postali, pronto lo screening di massa: i dettagli

Tamponi in aree dedicate per circa 2.400 dipendenti. Il sindacato: "Ora ripristinare la sicurezza armata"

PALERMO – Anche i dipendenti degli uffici postali saranno soggetti a un’imponente campagna di screening dedicata. Il sindacato Slp-Cisl dà notizia di un programma che prevede 140 mila tamponi su tutto il territorio nazionale, comunicato dal condirettore generale di Poste italiane Giuseppe Lasco e pronto a partire il 14 dicembre. Solo a Palermo e provincia i lavoratori interessati sono circa 2.400.

Nel capoluogo sono stati già individuati i siti dove si svolgeranno i tamponi, in apposite sale mediche: si tratta delle sedi di via Roma e via Alcide De Gasperi. “I lavoratori di Poste italiane sono invitati ad aderire su base volontaria per sottoporsi ai tamponi rapidi antigenici con medici esterni abilitati”, spiega Maurizio Affatigato, coordinatore della Slp-Cisl.

Il coordinatore nazionale del Slp-Cisl Maurizio Affatigato

“Siamo contenti – aggiunge – di questa iniziativa per la più grande azienda dei servizi del Paese, che ha continuato a garantire i servizi essenziali e assicurato il recapito della corrispondenza in questi mesi difficili. Un grazie infinito a ogni dipendente di Poste per la volontà, la sensibilità, il sacrificio, l’attaccamento alla nostra azienda. Noi, da parte nostra, continueremo a vigilare e proporre soluzioni affinché si riduca al minimo il timore dei contagi”.

In Poste italiane però resta aperta un’altra questione lavorativa legata al Covid, l’assenza di sicurezza armata negli uffici. Ancora una volta la sigla dei lavoratori postali sollecita i vertici aziendali a ripristinare il servizio, definendolo “oggi indispensabile ancora più di ieri”. Secondo Affatigato si risolverebbero diverse criticità, arrivando a “gestire in sicurezza i clienti dentro e fuori gli uffici, con il controllo della temperatura, con ingressi controllati e diretti ai singoli sportelli di volta in volta liberi, evitando pericolosi assembramenti. Che oggi purtroppo continuano a esserci – rileva il coordinatore – in particolar modo dove non ci sono le doppie porte d’ingresso che permettono di controllare il numero massimo di clienti all’interno”.


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