Etna, l'eruzione richiama curiosità e suggestione

Etna, l’eruzione richiama curiosità e suggestione

L’attività esplosiva dal cratere di Sud Est.
IERI SERA
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CATANIA. Nella serata di ieri, complice anche un cielo sgombro di nubi, è stato possibile “ammirare” l’incremento delle fasi eruttive dell’Etna. Già attorno alle ore 20 il fenomeno è stato ben visibile anche ben oltre i confini della provincia: una serata dalle tinte forti e suggestive.

Nel suo ultimo bollettino l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ha spiegato come “dall’ultimo aggiornamento delle ore 23:49 UTC del 13 dicembre (Comunicato Aggiornamento Etna n. 92), l’attività esplosiva al cratere di SE è stata d’intensità variabile ed al momento appare nuovamente in decremento. Per ciò che concerne l’attività effusiva, dalle telecamere di sorveglianza sembrerebbe che la colata lavica prodotta dalla fessura di Sud sia inattiva, mentre la colata proveniente dalla fessura di S-OVEST al momento meno alimentata. Inoltre, dall’analisi più dettagliata delle immagini delle telecamere, si sono osservati tre flussi piroclastici che si sono sviluppati, due in concomitanza con l’apertura della fessura eruttiva di S-OVEST, rispettivamente alle 22:15 e 22:16 UTC e la terza alle circa 22:30 UTC del 13 dicembre. I tre flussi si sono propagati in direzione S-OVEST, con il più intenso, quello delle 22:16 UTC, che ha ben superato M.te Frumento Supino. Le immagini hanno anche
mostrato, nelle fasi più intense di attività esplosiva, il passaggio a fontanamento di lava, in particolare tra le circa 22:00 e le 22:50 UTC del 13 dicembre, le 23:50 UTC del 13 dicembre e le 00:10 UTC del 14 dicembre, e le circa 01:10 e 01:23 UTC del 14 dicembre. Durante le fasi di fontanamento, si sono registrati i valori massimi dell’ampiezza del tremore vulcanico.
Allo stato attuale, i valori dell’ampiezza media del tremore vulcanico mostrano modeste oscillazioni, rimanendo, comunque, su livelli elevati. La posizione del centroide delle sorgenti del tremore risulta localizzata nell’area del Cratere di SE. L’attività infrasonica continua ad essere sostenuta, pur mostrando una chiara tendenza al decremento della frequenza di accadimento e dell’ampiezza degli eventi infrasonici.
Le reti GPS e clinometrica non mostrano deformazione significativa in corso”.

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