L'omicidio di Paolo La Rosa: chieste due condanne per rissa

L’omicidio di Paolo La Rosa: chieste due condanne per rissa

In aula proiettate le drammatiche immagini davanti alla discoteca di Terrasini

PALERMO – Tre anni ciascuno di carcere. E’ questa la richiesta di condanna del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Daniele Sansone nei confronti di Filippo Mulè e Rosario Namio, accusati di aver provocato la rissa che culminò nell’omicidio di Paolo La Rosa davanti a una discoteca a Terrasini.

Alberto Pietro Mulè, autore del delitto, che ha detto di avere agito per legittima difesa, sarà processato in Corte di assise. Il povero Paolo è stato colpito cinque volte con un coltello. Non aveva alcuna arma con sé.

Alla richiesta di condanna si sono associati gli avvocati di parte civile che assistono i parenti della vittima e i Comuni di Cinisi e Terrasini. Gli avvocati Toni Palazzotto e Salvatore Palazzolo sono rimasti all’interno del perimetro del capo di imputazione, ma le parti civili hanno sempre ritenuto che il ruolo dei due imputati fosse andato molto oltre la sola rissa.

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E lo dimostrebbe la loro inclinazione alla violenza. Filippo Mulè, cugino dell’assassino, è accusato di un altro episodio, del tentato omicidio di Pierpaolo Celestre, accoltellato sulla spiaggia Magaggiari a Cinisi.

Davanti al giudice per l’udienza preliminare Piergiorgio Morosini sono state proiettate le immagini della drammatica notte davanti alla discoteca Millennium. Filippo La Rosa fu accoltellato, e dalle immagini sembrerebbe che infierirono sul suo corpo quando era ormai privo di sensi.


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