Marito tradito svela la truffa dei falsi invalidi: in 22 rischiano il processo

Marito tradito svela la truffa: Caf, medici e falsi invalidi

Richiesta di rinvio a giudizio della Procura per 22 persone

PALERMO – C’è la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati, tranne uno. La Procura di Palermo chiede di processare medici, responsabili di Caf e presunti falsi invalidi. Avrebbero partecipato con ruoli diversi ad una serie di truffe ai danni dell’Inps.

Il cieco che leggeva la posta

C’erano dei casi eclatanti fra quelli scoperti l’anno scorso dai finanzieri dal Nucleo di polizia economico-finanziaria. Una donna che risultava cieca, ma che svolgeva tutte la faccende, compreso ritirare la posta e leggerla; uomini non in grado di deambulare che se ne andavano in giro in macchina o al bar a piedi; un invalido con indennità di accompagnamento che si dilettava in balli di gruppo.

Il marito denuncia l’ex

Fu un marito tradito, almeno così disse, a denunciare che la moglie aveva ottenuto una pensione di invalidità senza averne diritto. Ai poliziotti del commissariato di Partinico disse che nel 2015 la donna era stata rintracciata da un uomo di Terrasini, nel Palermitano, che l’aveva messa in contatto con Antonino Randazzo, il quale collaborava con una serie di patronati della provincia.

L’uomo chiave

Randazzo, 58 anni, è l’uomo chiave del processo, assieme a Filippo Accardo che di anni ne ha 49. Secondo l’accusa, sarebbero stati al vertice di “un progetto criminale” per truffare l’Inps. Bastava pagare per ottenere pensioni e indennità di assistenza.

La catena, così come ricostruita dagli inquirenti coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesca Mazzocco, era ampia: “Procacciatori di pazienti”, dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissioni mediche dell’Asp, responsabili di Caf.

“Reclutavano persone bisognose”

L’organizzazione reclutava persone bisognose e disponibili a farsi aiutare in maniera illecita. Poi iniziava l’iter che come primo passaggio aveva la visita da medici compiacenti che avrebbero certificato patologie inesistenti.

Lo scoglio della visita medica collegiale, in alcuni casi, sarebbe stato aggirato certificando l’impossibilità del soggetto ad allontanarsi dal proprio domicilio. A quel punto altri medici compiacenti certificavano la patologia con delle visite a domicilio.

Le gole profonde

Gli indagati avrebbero potuto contare anche sull’aiuto di gole profonde. E così l’aspirante invalido si faceva trovare a letto, erano sempre i familiari ad aprire la porta di casa, si mostrava incapace a deambulare, luce e Tv erano rigorosamente spenti.

Per ogni pratica andata in porto il cliente doveva sborsare dodici mensilità degli arretrati pagati dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. I reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica, traffico di influenze illecite.

Il quadro investigativo si completò grazie alle intercettazioni dei finanzieri che registrarono frasi del tipo: “Sono come una prostituta”; “Io ho le mani in pasta ovunque”; “Quel medico è cosa nostra, come dicevano gli antichi”.

La Procura ha chiesto il processo per Grazia Nolfo, Fara Bartolotta, Pietro Costanzo, Angela Saitta, Maria Cucchiara, Halima Ouazza, Gaetano Maria Pitarresi, Grazia Lo Iacono, Salvatore Villa, Alessandro Sciabbica, Loredana Sutera, Francesco Arnone, Antonino Galdino, Michele Lumetta, Rosa Polizzi, Pasquale Rodolico, Marianna Monachino, Corrado Cugno Garrano, Giuseppe Lo Baido, Giuseppe Sapienza.

L’unica posizione stralciata è che si avvia verso l’archiviazione è quella del medico Carmelo Spina, difeso dagli avvocati Marcello Montalbano e Claudio Livecchi.

L’udienza preliminare è fissata per il 21 gennaio davanti al giudice Ermelinda Marfia.

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