CATANIA – “Voleva abbracciare la sua mamma che è stata poco bene”. Il primo pensiero di Antonino Speziale, scarcerato dopo la condanna per la morte dell’ispettore Raciti, è questo. Come confida il padre Roberto a LiveSicilia. “Adesso è con i suoi nipoti, perché non li conosceva, non gli hanno mai dato un permesso in questi anni”.
“Spero che riprenda la sua vita – aggiunge Roberto Speziale – oggi è un ragazzo di 31 anni, non ha più 17 anni. Hanno condannato due ragazzi innocenti. Purtroppo c’è stata una persona che ha perso la vita, non è giusto che abbiano trovato un colpevole a tutti i costi”.
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