Il sorriso della dottoressa che si alza alle cinque per i tamponi

Il sorriso della dottoressa che si alza alle cinque per i tamponi

Martina e lo screening a Palermo: "Ecco come funziona".

PALERMOLa dottoressa Martina Maltese, 26 anni, in questa foto scattata dal dottore Renato Costa, in tarda mattinata, ha il sorriso bellissimo e fresco della sua età. Un documento in presa diretta per chi somministrava tamponi dall’alba al drive in della Fiera del Mediterraneo, ma che vuoi che importi, quando uno ha cuore e forze per sostenere la sfida.

Il volto pulito della dottoressa Maltese è la sintesi, forse un simbolo, di una battaglia che i suoi coetanei stanno combattendo contro il Covid, negli ospedali, per il tracciamento, nelle Usca. Questi giovani sono scesi in campo per salvare più vite possibili; dall’abnegazione con cui svolgono il loro compito si desume l’ideale che li anima. Non a caso il commissario per l’emergenza Costa sta valorizzando molto i ragazzi perché sa che possono essere decisivi, anche in una terribile pandemia, quando li motivi a dovere. Alla fine del dolore, dovremo metterli in fila e abbracciarli tutti.

“Sono stata assunta per l’urgenza – racconta la dottoressa Maltese – perché lo screening a tappeto è importantissimo. Ho viaggiato tanto tra le Madonie e Partinico, ora sono di servizio alla Fiera o in aeroporto. Sono qui dalle cinque e mezza e mi sono alzata alle cinque meno un quarto. Mi pesa? No. A casa mi hanno insegnato che nel lavoro è necessario essere puntuali. Mi sono laureata a luglio, credo molto nel tracciamento”.

E uno pensa che deve essere stata un’esperienza emotivamente stressante. Passi dall’università alla trincea, senza strade intermedie. “In realtà – dice Martina con modestia – sono rilassata e penso ai colleghi medici, agli infermieri, a tutti quelli che, invece, lottano in una terapia intensiva. I giovani fanno il tampone tranquillamente, i più anziani hanno paura, si sentono più fragili, più esposti e si spaventano, se scoprono la positività. Qualcuno si meraviglia, si chiede: ma come è successo? Poi, ricostruisci e scopri perché. Il virus ha una capacità di diffusione elevatissima; può essere sufficiente camminare in una strada affollata per prenderlo. In giro vedo un po’ di irresponsabilità. Dobbiamo cambiare qualche abitudine, usare prudenza e resistere, sono molto fiduciosa nel vaccino”.

Resistere, ecco la necessità, scansando la spontanea voglia di un rompete le righe, perché non è il momento. Resistere per cercare di frenare la tragica curva dei contagi e delle vittime. Resistere anche per i giovani che, in trincea, stanno diventando grandi. Per il sorriso di Martina che si era alzata all’alba.


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