C'è un nuovo pentito detenuto a Palermo? I rapporti fra il boss e l'agente

Le voci su un nuovo pentito e il boss chiese notizie a un agente

Lo strano rapporto fra un poliziotto penitenziario e il capomafia di Calatafimi

PALERMO – “U nicu”, “l’amico nostro”, e cioè Salvatore Mercadante, già condannato per mafia, è stato arrestato lo scorso giugno. Stessa cosa Antonino Sabella. Entrambi sono di Castellammare del Golfo.

Un nuovo pentito?

Alla loro condizione carceraria era molto interessato Nicolò Pidone, fermato ieri con l’accusa di essere il nuovo capomafia di Calatafimi. In particolare, Pidone temeva che Sabella, anch’egli nell’elenco dei fermati ma già detenuto, si fosse pentito e potesse avere fatto anche il suo nome.

Il boss aveva una fonte privilegiata, l’agente della polizia penitenziaria Vincenzo Ruggirello, in servizio al carcere Pagliarelli di Palermo. “Pure lì è?”, chiedeva Pidone a proposito di Mercadante, “u nicu”. E Ruggirello rispondeva: “… no… è partito…”.

L’incontro di tre giorni fa

Ancora più esplicito è un episodio del 13 dicembre, tre giorni fa. Ruggirello e Gucciardo sono andati al casolare di Pidone in contrada Sasi per risolvere una questione legata alla suddivisione di un appezzamento di terreno. Serviva l’autorità del boss per mettere le cose a posto. Il casolare era imbottito di microspie piazzate dagli agenti dello Sco e delle squadre mobili di Trapani e Palermo.

Ed è ora che Pidone ha chiesto notizie su Sabella. Si è sparsa la voce che Sabella stia collaborando con la giustizia. In realtà, ha reso dei verbali ai pm di Palermo che però non gli hanno dato credito visto che ha negato il suo ruolo mafioso.

“… a quello di Castellammare… l’hai visto?… ma è all’isolamento messo… com’è?… Sabella… là è… la moglie sa che è in una cella di transito…”, ha chiesto Pidone. Risposta di Ruggirello: “… al Sud sono… nella cella al Sud… lo tengono là… che è da cinque… sei mesi… perché deve essere trasferito…”.

Pidone è molto preoccupato, quel trasferimento può essere un indizio del pentimento di Sabella: “… dico… no che a questo lo hanno messo lì perché ha nominato qualcuno?… lo hanno mandato… magari parlava… dice di… qualcuno di noi… picchì iddu si fira”. Ecco perché Ruggirello è indagato per avere rivelato notizie riservate in un capitolo del’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Francesca Dessì e Piero Padova..


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