Dal mare fino a casa: oggi l'addio a Vito Lo Iacono FOTO

Dal mare fino a casa: oggi l’addio a Vito Lo Iacono LE FOTO

Si celebrano a Terrasini i funerali del comandante del peschereccio 'Nuova Iside'. Abbiamo ripercorso la storia anche con le immagini.
I FUNERALI A TERRASINI
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PALERMO- Oggi il ragazzo che è tornato dal mare verrà portato a spalla da casa sua e arriverà dentro una chiesa, sospinto dalle onde delle braccia di chi gli vuole bene. Vito Lo Iacono, comandante del peschereccio ‘Nuova Iside’ sarà seppellito nella terraferma, con suo padre Matteo e suo cugino Giuseppe. C’è un’inchiesta che stabilirà le cause della tragedia, secondo irrinunciabili istanze di verità. Tante persone tragicamente colpite hanno il diritto di sapere perché la vita è stata sconvolta in modo crudele.

Ne ha diritto Rosalba, mamma di Vito e moglie di Matteo, ne ha diritto Cristina, moglie di Giuseppe, ne ha diritto Giovanna, compagna di Vito. Ma l’irreparabile è stato già compiuto. L’ultimo rito funebre dice questo. Resteranno le foto, con tanto amore che non passerà mai, anche nell’assenza. Le foto che una volta erano il dono degli album e appartenevano a momenti preziosi di memoria. La prima immagine dell’album per Vito è anche l’ultima. C’è una bara, nel salone di casa, con una madre che guarda l’immagine del figlio adornata dalla coroncina di rosario. C’è Nicu, il compagno di giochi, che appoggia le zampe, come per trattenere. E non può.

Rosalba, Nicu e Vito

“Voglio che mio figlio torni a casa”

Un’altra foto è stata scattata nello studio dell’avvocato Aldo Ruffino, il legale che sta accompagnando la famiglia Lo Iacono con un affetto che va oltre la professionalità. Era estate. Rosalba disse: “Voglio che mio figlio torni a casa”. Era un mese dopo. I corpi di Matteo e di Giuseppe erano stati restituiti dal mare. Vito, invece, no. Con Rosalba c’era Giovanna, l’altra metà di un solo amore. La mamma del comandante avanzava la richiesta di verità: “Non ho mai creduto all’ipotesi del peschereccio affondato per il maltempo. Mio marito era straordinario. Lui, mio figlio e Giuseppe sono sempre stati molto prudenti. Vogliamo sapere cosa è successo. E io voglio indietro Vito, in qualunque stato”.

Infine, il racconto del suo amore di un’esistenza intera: “Con Matteo ci siamo incontrati a Lampedusa. Lui lavorava, noi eravamo lì in vacanza per i quarant’anni di mio papà. Le nostre barche erano vicine. Si dichiarò. Gli risposi di no, dandogli però il permesso di continuare a provare. Cominciò a tempestarmi di regali, attenzioni e discorsi. Alla fine risposi di sì”.

Giovanna Leone (a sinistra) e Rosalba Cracchiolo

“Mio marito poteva salvarsi”

Un’altra foto, stavolta a casa di Cristina, la moglie di Giuseppe, un uomo vigoroso quanto dolce: “Con mio marito ci siamo sposati giovani che avevamo già il nostro primo figlio. Il piccolo ha fatto da paggetto al nostro matrimonio – raccontava Cristina -. Ci amiamo da impazzire. Si è dichiarato, da ragazzo Peppe, mentre eravamo su una canoa. Era un pescatore nato. Pure in quella occasione è stato diretto, affettuoso e allegro. Era tenero. Mi ha chiesto: ‘Ci possiamo fidanzare?’. Gli ho risposto di sì. Giuseppe era solare, sapeva fare tutto: cucinare, per esempio. Che mangiate di pesce… Era lui che, nei momenti difficili che non mancano mai, mi tirava su. Sono convinta che, se ci fosse stato qualcuno nei paraggi, si sarebbe salvato e si sarebbero salvati pure Matteo e Vito. Io non sono un magistrato, aspetto verità e giustizia. Non anticipo le sentenze, ma mi provoca dolore anche il solo pensiero che qualcuno potesse essere lì e che non si sia fermato. Spero che si faccia luce sull’accaduto”.

E ancora: “Voglio che tutti sappiano che il mio Peppe era un marito speciale, io e lui eravamo una cosa sola, la nostra era una grande storia d’amore, e che era un papà straordinario. Non faceva mancare nulla ai suoi figli, come dicono loro: “‘il papà migliore del mondo’”. Intorno, giochi di bambini. E lacrime.

Cristina con il suo Giuseppe

“Vito era un pescatore nato”

Giovanna raccontava del ragazzo allora disperso: “Ci siamo fidanzati nove anni fa. Eravamo andati a scuola l’uno accanto all’altra. Frequentavamo lo stesso gruppo di amici a Terrasini. Ci siamo messi insieme il cinque ottobre. Durante la quarantena avevamo cominciato a convivere. Qualcuno ha scritto che ci saremmo sposati. Non è vero, il matrimonio non rientrava nei nostri progetti. Ci sentivamo già sposati. Cosa amo di lui? Era un ragazzo schietto e sincero, un ragazzo responsabile. Il suo regalo più bello è stato un Natale e un Capodanno in Kenya, quasi tre anni fa. Lui era in un momento particolare. Aveva demolito il peschereccio di famiglia ‘Iside’ e cercava di capire da che parte procedere. Poi ha scelto di mettere su il ‘Nuova Iside’. Era un vero pescatore. Amava il mare, era nato per il mare”. Oggi il ragazzo che torna dal mare verrà sepolto nella terraferma, accanto coloro che ama. Ogni notte il vento e il rumore delle onde gli porteranno tutte le cose che nemmeno l’assenza ha disperso. Le foto che restano.


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