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LiveSicilia.it / Cronaca / “Entrato in ospedale negativo, ora ha il Covid”: la storia dall’Ingrassia

“Entrato in ospedale negativo, ora ha il Covid”: la storia dall’Ingrassia

Foto di repertorio
I familiari di un paziente raccontano la vicenda di cui è protagonista il loro caro. La replica dell'Asp
CORONAVIRUS, PALERMO
di Claudio Zagara
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PALERMO – “Tre tamponi ci dicono che prima di entrare in ospedale non aveva il Covid, ora è malato senza esserne più uscito”. I parenti di un uomo oggi ricoverato al Covid hospital di Partinico raccontano la storia vissuta dal loro caro: Paolo (nome di fantasia), anziano di oltre settantacinque anni, dopo essere stato ricoverato all’ospedale Ingrassia di Palermo ha affrontato varie vicissitudini che la famiglia non ha compreso a fondo.

Il ricovero

“Il 22 novembre si è sentito male – iniziano a raccontare i parenti –. Aveva sintomi riconducibili al Covid ma fortunatamente si trattava di altro. Per esserne più sicuri, i sanitari gli hanno fatto tre tamponi”. Quindi Paolo è stato ricoverato nel reparto di Geriatria dell’Ingrassia, struttura per pazienti non Covid. “Si pensava potesse essere dimesso in pochi giorni, ma purtroppo a causa di complicanze impreviste ha dovuto subire un’operazione. Questo ha comportato il trasferimento nel reparto di Chirurgia, pochi piani più su rispetto al primo reparto”.

L’operazione e il focolaio

Secondo la famiglia “è stato dopo l’operazione che sono iniziati i problemi: anche all’Ingrassia sono vietate le visite per sicurezza, ma dopo i primi colloqui telefonici con Paolo avevamo strane sensazioni. Non si può immaginare come ci siamo sentiti giorni dopo, quando abbiamo letto del focolaio nel reparto di Geriatria dove lui era ricoverato all’inizio”. E dove il bilancio dei contagi complessivi sale ancora, con altri sei pazienti risultati positivi e trasferiti in strutture Covid. I locali della Geriatria sono stati sanificati più volte e al loro interno proseguono le cure ai degenti negativi.

Il test e il trasferimento

Tornando al signor Paolo, “la mattina di martedì 15 dicembre è risultato positivo al Covid”. I familiari specificano che “non si tratta di uno dei contagi rilevati dall’Asp di cui si è avuta notizia, perché al momento del test positivo Paolo era già in Chirurgia. Il suo è un caso successivo”. Anche per lui dunque è stato disposto il trasferimento in una struttura idonea: il Covid hospital di Partinico. Secondo i parenti “un altro problema sono i tempi. Intanto non ci è chiaro quando sia avvenuto di preciso il contagio, sappiamo solo che si è scoperto il 15 dicembre e nient’altro. E poi – proseguono – dopo l’esito sono passate otto ore perché arrivasse l’ambulanza del trasferimento. È stata chiamata il giorno stesso alle 12 circa, ma è arrivata intorno alle 20. I sanitari ci hanno detto che era l’unico mezzo disponibile”.

“Assurdo che un contagio avvenga così”

I familiari hanno diversi dubbi “perché sfuggono dei passaggi. C’è rabbia – dicono – perché Paolo è entrato all’Ingrassia negativo ed è assurdo che un contagio avvenga così, in ospedale. Un luogo che dovrebbe essere sicuro per definizione, dove si salvano tante vite ogni giorno”. Il capitolo dell’Ingrassia si chiude con un ultimo interrogativo: al momento mancherebbe all’appello l’esito di una delle due tac alle quali è stato sottoposto il paziente. “Da Partinico le hanno richieste entrambe, ma da quello che sappiamo è arrivata solo la seconda che risale al 3 dicembre”.

“Vorremmo una chiarezza che non c’è”

Adesso l’anziano si trova a Partinico, contagiato e in convalescenza dopo l’operazione avvenuta a Palermo, ma anche al Covid hospital qualcosa sembra non aver funzionato. In conclusione del loro lungo racconto, i parenti di Paolo dicono che “i sanitari lo hanno erroneamente alimentato. ‘Pasta con le lenticchie e banana’, ci hanno specificato al telefono, ammettendo che dopo un’operazione come quella affrontata da lui non avrebbero dovuto. Siamo frustrati, in tutto questo caos vorremmo solo una chiarezza che al momento non c’è”.

La replica dell’Asp di Palermo

Informata del racconto della famiglia del paziente, l’Asp di Palermo risponde: “Per il doveroso rispetto della privacy non è possibile fornire pubblicamente indicazioni su cure e condizioni di salute dei pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere. I familiari, ai quali si rappresenta vicinanza per la naturale e comprensibile preoccupazione per lo stato di salute di un congiunto ricoverato, potranno rivolgersi alla direzione sanitaria dell’ospedale oppure al primario del reparto per avere ogni ulteriore chiarimento e ogni indicazione che riterranno utile”.

L’azienda sanitaria aggiunge che “le interlocuzioni sono comunque costanti, e avvengono attraverso comunicazioni quotidiane del personale medico al numero telefonico della persona indicata e autorizzata a interloquire dal paziente”.

Pubblicato il 17 Dicembre 2020, 20:1019 Dicembre 2020, 15:36
2 Commenti Condividi
Commenti
  1. Francesco 1 mese fa

    Provate ad andare al pronto soccorso di Villa Sofia e capirete perché in ospedale e facile essere contagiati.
    Significa sindaco ma lei che ne sa? Non penso sia mai stato un codice verde ed aver atteso 12 ore in piedi per una visita..

    Rispondi
  2. piragna 1 mese fa

    Al di la di quello che si scrive e si dice andare in un ospedale son cavoli amari. Auguri.

    Rispondi

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