Hernandez: "Tornerei volentieri al Palermo" - Live Sicilia

Hernandez: “Tornerei volentieri al Palermo”

“L'allenatore più importante che ho avuto al Palermo credo sia stato Delio Rossi“

 “Se portassi l’Abel di oggi al Palermo penso che farei molto meglio. Mi piacerebbe tornare anche solo per rivedere la città e i tanti amici che ho ancora lì”- dichiara Abel Hernandez ai microfoni di gianlucadimarzio.com – . “Sono ancora nel pieno della mia carriera ma se dovessi tornare in un club, lo farei solo per il Palermo o l’Hull City, dove ho vissuto quattro anni stupendi e ho lasciato un buon ricordo”.

“Giocare in Italia – continua l’attaccante – era un sogno che avevo sin da bambino e condividere lo spogliatoio con i giocatori di quel Palermo era bellissimo. Il ricordo migliore rimane il primo gol in Serie A: contro l’Inter a San Siro. A quei tempi se segnavo un gol, spesso nella partita successiva mi capitava di staccare un po’ la spina”.

L’attaccante parla anche delle sue serate a Palermo: “In discoteca ci andavo solo una volta a settimana, dopo la partita. Normale per un ragazzo. Però sai com’è la gente, ti vedono una volta e se la settimana dopo sbagli la partita, è perché sei andato tutta la settimana a ballare. Probabilmente qualcuno gliel’ha riportata male e poi lui in quell’occasione ha detto quello che gli passava per la testa”.

Quando Hernandez era in rosanero il presidente era Zamparini: “II nostro rapporto – racconta l’uruguaiano – è sempre stato buono. L’unico aneddoto che ho con lui riguarda il mio addio: era fatta con l’Hull City, ma lui non rispondeva al cellulare perché gli dispiaceva cedermi e allora io, il mio procuratore e anche Mino Raiola, ci siamo recati a casa sua con l’offerta. È stato strano andare a bussare alla porta del presidente (ride, ndr)”.

“L’allenatore più importante che ho avuto al Palermo credo sia stato Delio Rossi. Mi ha dato quella fiducia necessaria per giocare con tranquillità. Mi ha fatto capire che per giocare in Serie A dovevo correre”. 

Col Flaco (Pastore, ndr) mi sono trovato meglio in assoluto, anche fuori dal campo. Cavani, quando sono arrivato era come un fratello maggiore, mi ha aiutato tanto. Con Dybala e Vazquez penso che nessuno si troverebbe male a giocarci insieme: due fenomeni. Con Pastore dormivamo nella stessa stanza nei ritiri e studiavamo i balletti per le esultanze”.

Miccoli era la bandiera di quel Palermo. È stato uno dei più grandi con cui ho giocato”.

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