I 'prestanome' dei padrini: arriva il rinvio a giudizio - Live Sicilia

I ‘prestanome’ dei padrini: arriva il rinvio a giudizio

Il processo si aprirà a febbraio.
INCHIESTA SAMAEL
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CATANIA – Avrebbero avuto il ruolo di ‘teste di legno’ di alcuni dei più famigerati boss della mafia catanese. Grazie al loro ruolo di ‘prestanome’ avrebbero permesso ai padrini di Cosa nostra (tra cui Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, figlio di Pippo) di accrescere i fondi neri accumulati tra gli anni 70 e 80. Insomma prima dei grandi arresti del maxi blitz Orsa Maggiore del 1993. L’inchiesta Samael dello scorso anno – frutto di indagini del Ros dei carabinieri – ha ricostruito “la filiera” dei soldi sporchi della famiglia mafiosa catanese che avrebbero avuto come ‘menti criminali’ Enzo Mangion (figlio di Francesco, ndr) e Giuseppe Cesarotti, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. L’operazione della Dda di Catania ha coinvolto colonnelli di Cosa nostra ma anche imprenditori e faccendieri, ritenuti dagli inquirenti l’anello di congiunzione con il “terzo” livello finanziario della criminalità organizzata. Quella dei capitali illeciti, insomma.

Qualche mese fa si è aperta l’udienza preliminare davanti alla gup Anna Maria Cristaldi. La giudice, accogliendo la richiesta del pm Marco Bisogni, ha rinviato a giudizio Salvatore Cesarotti, Rosa Maria Cesarotti, Giuseppe Cesarotti (classe 84), Francesco Litrico e Alessandro Raccuglia accusati di “intestazione fittizia”. Il processo si aprirà il prossimo 11 febbraio 2021 davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di Catania. Molto probabilmente il procedimento sarà riunito con quello di Enzo Mangion, difeso dall’avvocato Mario Brancato, che ha chiesto il giudizio immediato. Il rito abbreviato invece continuerà a gennaio con la requisitoria del pubblico ministero.

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