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LiveSicilia.it / Cronaca / Recovery Fund, Palermo punta su Perpignano e ponte Corleone

Recovery Fund, Palermo punta su Perpignano e ponte Corleone

Il Comune chiede 100 milioni, altri 120 in arrivo per la differenziata
FONDI UE
di Roberto Immesi
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PALERMO – Il raddoppio del ponte Corleone e la sua manutenzione straordinaria, la realizzazione dello svincolo Perpignano, la messa in sicurezza di cavalcavia e sottopassi oltre a quella del Ponte di Mare in via Messina Marine, ma anche lo stralcio della Corleone-Partinico e il rifacimento di 1.500 punti luce in città. Il governo nazionale chiede alle città di puntare su pochi progetti per spendere i soldi del Recovery Fund e Palermo si presenta all’appuntamento con tre grandi linee di intervento per un totale di 100 milioni di euro che fanno parte della missione 5 (coesione sociale e territoriale), a cui dovrebbero aggiungersi presto altre risorse: 100 milioni per il sociale, di cui 40 per nuovi asili nido, altri 80 milioni per la pubblica illuminazione e un centinaio alla città metropolitana, per un totale di 4-500 milioni. Infine altri 120 milioni, di sponda con la Regione, saranno destinati alla differenziata e all’impiantistica di Bellolampo.

L’Europa mette fretta all’Italia per sapere come la Penisola intende spendere le somme del Recovery Fund e il governo Conte, per mezzo dell’Anci, chiede ai comuni progetti immediatamente cantierabili e da terminare entro il 2026: progetti definiti “flagship”, ossia “portabandiera”, che la giunta Orlando ha individuato la sera del 21 dicembre per rispettare la scadenza fissata da Roma per il giorno dopo. Palermo aveva presentato una sessantina progetti che andavano dal cimitero alla mobilità, dai pannelli solari sugli uffici alla rinaturalizzazione della Conca d’Oro: una sorta di libro dei desideri che ammontava a 4,6 miliardi di euro, in pratica un’enormità. Il governo nazionale ha chiesto invece di puntare su pochi progetti, ma da far partire nel giro di breve tempo: per la coesione sociale e territoriale due o tre idee per città di rilevante consistenza economica, innovative, di grande impatto e da concludere entro cinque anni.

Il primo, grande progetto da 70 milioni di euro riguarda la viabilità in entrata e in uscita dalla città, ossia viale Regione siciliana: non solo la manutenzione straordinaria di sottopassi, sovrappassi e cavalcavia, ma anche il Ponte Corleone che va rimesso a punto e raddoppiato e lo svincolo Perpignano, aggiungendo anche la manutenzione sul Ponte sul Mare di via Messina Marine, con tanto di sistema di sorveglianza informatizzata. Interventi rimandati nel tempo e soprattutto senza copertura economica, visto che i fondi del Patto per il Sud di renziana memoria si sono persi, e che adesso potrebbero diventare realtà grazie all’Ue in 72 mesi. La Città metropolitana punta tutto sulla Corleone Mare (20 milioni in 72 mesi) per migliorare la viabilità interna toccando San Cipirello, San Giuseppe Jato, Corleone e Partinico, mentre il capoluogo opterà per l’illuminazione pubblica: 10 milioni di euro in 48 mesi basteranno per 1.500 punti luce, ma ne serviranno altri 80 per i restanti 12.500. Si tratta di impianti degli anni Sessanta e Settanta, ormai vecchi e malandati che andrebbero ammodernati anche per abbattere la bolletta almeno del 60%.

La speranza è che a Roma accettino i progetti, ma come detto questo potrebbe essere solo l’antipasto. Voci di corridoio vogliono che il governo nazionale sia pronto a chiedere progetti “portabandiera” anche per le altre linee d’intervento del Recovery e in ballo ci sono almeno altri 400 milioni: 80 per il resto dell’illuminazione pubblica, 220-240 per interventi nel Comune e 80-100 per l’area metropolitana, con gli uffici già al lavoro sulle schede. L’asse tra Palermo e la Capitale potrebbe però riservare anche altre sorprese: ci sono in palio infatti 120 milioni del ministero dell’Ambiente per Bellolampo, i Ccr e la differenziata, soldi che farebbero invece parte degli interventi sull’ambiente chiesti dalla Regione e che consentirebbero di estendere il porta a porta in tutta la città.

Pubblicato il 27 Dicembre 2020, 06:0128 Dicembre 2020, 10:36
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Commenti
  1. Io 3 settimane fa

    Speriamo bene, perché nelle periferie della città quasi tutti i punti luce sn fatiscenti o addirittura mancano,che vergogna

    Rispondi
  2. Nico 3 settimane fa

    Se vi resta qualche spicciolo guardate che vi siete dimenticati
    di risanare il centro storico , che langue , oggi abbiamo la
    quarta generazione di palermitani , che passeggia ammirando
    gli edifici bombardati nel 1943 , bravi .

    Rispondi
    • Panormos 3 settimane fa

      @ Nico-Gli edifici storici sono proprietà private

      Rispondi
      • Andrea 3 settimane fa

        E allora, essendo proprietà privata deve restare in eterno diruto in un contesto storico artistico che va salvaguardato?
        Altrove avrebbero già espropriato e ricostruito.
        Non giustifichiamo l’ignavia e l’inettitudine delle amministrazioni.

        Rispondi
  3. giova 3 settimane fa

    …. e il sottopasso di via Perpignano?

    Rispondi
  4. Nico 3 settimane fa

    “panormos”molti edifici non storici iperdegradati , bombardati,
    sono nella disponibilità dell’amministrazione , poi per i privati
    esistono leggi che li obbligano alla manutenzione .

    Rispondi
  5. Sergio 3 settimane fa

    E del mega tunnel di venti chilometri che dovrebbe collegare sotto terra il porto di Palermo con le autostrade in uscita non se ne parla? Eppure non era stato inserito al primo posto delle opere da effettuare?

    Rispondi

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