Gli affari dei Laudani tra Catania e Milano: un arresto

Gli affari dei Laudani tra Catania e Milano: un arresto

Borzì dovrà scontare gli ultimi mesi di condanna. La sentenza definitiva della Cassazione è arrivata a novembre.
CONCORSO ESTERNO
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ACI CATENA. La sentenza della Corte di Cassazione è arrivata lo scorso novembre, ma il provvedimento di carcerazione – spiccato dalla Corte d’Appello di Catania – è stato eseguito ieri dai carabinieri. Il 48enne Enrico Borzì trascorrerà al carcere di Bicocca Capodanno: deve espiare l’ultimo anno di residuo pena della condanna (diventata definitiva) di 4 anni e 8 mesi che la Corte d’Appello gli ha inferto l’anno scorso per concorso esterno all’associazione mafiosa del clan Laudani.

Il procedimento che ho la visto coinvolto è lo stralcio catanese dell’inchiesta Security della Dda di Milano che ha fotografato gli affari del clan Laudani nell’asse Catania- Lombardia. Enrico Borzi – secondo la tesi accusatoria – avrebbe avuto il ruolo di “cassiere” dell’organizzazione criminale. Un compito che avrebbe avuto come dipendente del mobilificio di Orazio Di Mauro, boss dei Laudani che sta affrontando il processo ordinario davanti al Tribunale di Catania.

Borzì è stato il protagonista di alcune delle intercettazioni (audio e video) dell’inchiesta che ha svelato il “sistema di soldi e tangenti” che il clan avrebbe “messo in piedi per permettere alla famiglia mafiosa dei Laudani di fare affari d’oro grazie alle filiali Lidl e ad alcuni appalti di vigilanza privata del nord Italia”.

Enrico Borzi, difeso dall’avvocato Giorgio Terranova, era stato condannato in primo grado a 6 anni per associazione mafiosa, ma nel corso del processo di secondo grado la Corte d’Appello ha riqualificato il reato in concorso esterno. Insomma l’imputato – secondo i giudici – avrebbe dato un contributo all’organizzazione criminale ma da ‘concorrente’ esterno e non da ‘affiliato”. La pena è stata riformata a 4 anni e 8 mesi e la Corte ha anche riconosciuto a Borzì le attenuanti generiche. A seguito del verdetto, la Corte d’Appello ha accolto l’istanza del difensore disponendo gli arresti domiciliari per il 48enne. Il fine pena è fissato per il 14 gennaio 2022, ma considerando i giorni cumulati di libertà anticipata Borzì sarà un uomo liberò già a metà marzo.

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