Il Covid e il 2020, dieci storie che non dimenticheremo mai - Live Sicilia

Il Covid e il 2020, dieci storie che non dimenticheremo mai

Cosa porteremo dell'anno che è stato nell'anno che verrà. Con i nostri più affettuosi auguri.
IL CAPODANNO DELLA SPERANZA
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5 min di lettura

Ci sono storie che non dimenticheremo mai, come le persone che le hanno raccontate o che ne sono state protagoniste. Sono molte di più di dieci e questa selezione è appena una spolverata dell’immensità della memoria che toccherà ai sopravvissuti. Abbiamo ripercorso il dolore del nostro tragico 2020 del Covid e abbiamo scelto i pezzi che riflettono un po’ di speranza, di tenacia, di caparbietà. Non è stato facile, ma questo, appunto, non è nemmeno lontanamente un elenco esaustivo. Casomai, somiglia alla rubrica telefonica di molto tempo fa che l’aprivi e spuntava un nome a caso, ma tutti gli altri rimanevano egualmente importanti. Dieci storie, ognuna con un volto, con un nome e con una dose di coraggio, ora che l’alba dopo la pandemia sembra a portata di mano.

L’infermiera stremata dalla fatica

Aurora Tocco è una giovane infermiera, amante del suo lavoro. Una ragazza appassionata e altruista. Abbiamo raccontato la sua storia in calce a una foto che la ritraeva sfinita sul volante. Lei diceva in una intervista: “Mi sono addormentata. Erano le cinque del pomeriggio, eravamo in ambulanza, fermi, da sette ore. Nei miei giorni liberi, quando non sono di turno in ospedale, salgo sui mezzi del 118. Perché? Per la passione, per il mio impegno, la spinta che mi fa alzare la mattina. Sono una ragazza fortunata e mi aiuta molto la riconoscenza delle persone, quando andiamo per servizio”.

La guarigione del sindaco di Villafrati

E’ stato dimesso ed è tornato a casa Franco Agnello, il sindaco di Villafrati che più di venti giorni fa era risultato positivo al tampone del Covid-19 ed era stato ricoverato per un peggioramento delle condizioni’. Così davamo la notizia del ritorno dopo brutti momenti. Il commento del sindaco Agnello sui social: “Esco dall’ ospedale, ancora positivo, sono un po’ provato, torno a casa e in famiglia (almeno in parte), e libero un posto in ospedale che in questo momento non è cosa da poco. Superate totalmente le difficoltà respiratorie, qualche acciacco ancora ci può stare, sono cautamente ottimista di potere a breve tornare a dare un contributo al mio Paese e alla squadra di Assessori e di Consiglieri che nella gestione dell’ emergenza in mia assenza non hanno fatto assolutamente sentire la mia mancanza”.

Il miracolo della cicogna

La paura, la guarigione e l’incontro con la sua bimba. Questa la storia di Hafiza che ha vinto la battaglia contro il Covid e ha potuto finalmente stringere la sua piccola, data alla luce mentre era in coma. Hafiza, 34 anni, l’ha vista per la prima volta a distanza di quaranta giorni dalla nascita, dopo un delicatissimo intervento al cuore.  Il parto era avvenuto l’11 giugno, quando le condizioni della donna erano peggiorate per una crisi respiratoria e si era reso necessario intervenire con un cesareo d’urgenza. La piccola era subito risultata negativa al Coronavirus, ma durante il periodo di osservazione a Palermo era emersa una cardiopatia congenita.

Le mascherine e la moda

La stilista palermitana Flavia Pinello aveva e ha un sogno: creare il distretto siciliano della moda. L’iter burocratico per il riconoscimento si è bruscamente fermato a febbraio. Colpa della burocrazia prima e del Coronavirus poi. Ci riproverà quando l’emergenza, si spera presto, sarà finita. Nel frattempo 63 piccole realtà, artigianali e imprenditoriali, si sono messe in gioco. Hanno provato a “riconvertire” la produzione’. Questa è la sua storia.

Il giovane sorriso contro il Covid

Ecco il sorriso della dottoressa Martina Maltese che aveva appena finito il suo turno alla Fiera del Mediterraneo di Palermo dove si sfornano tamponi su tamponi, sotto la guida del commissario per l’emergenza Covid a Palermo e provincia, il dottore Renato Costa. Tanti sono i giovani con un camice, impegnati nello scontro. “Sono stata assunta per l’urgenza – raccontava la dottoressa Maltese – perché lo screening a tappeto è importantissimo. Ho viaggiato tanto tra le Madonie e Partinico, ora sono di servizio alla Fiera o in aeroporto. Sono qui dalle cinque e mezza e mi sono alzata alle cinque meno un quarto. Mi pesa? No”.

“Le nostre mani con le squame”

“Vorrei portare qualcuno che ancora oggi parla inutilmente, con me, che da poco sono uscito da questa bolgia. Dopo sei ore di lavoro, tutto fradicio di sudore e con le mani tutte squamose”. ‘Carmelo Lo Monaco – scrivevamo – è un operatore sanitario del Policlinico di Catania, uno di quelli che salvano le vite. Che hanno rinunciato al giorno e alla notte da più di un mese e adesso, che le ambulanze sono incolonnate sanno che ogni attimo è fondamentale’. La sua storia è uno dei tanti esempi dell’eroismo quotidiano degli operatori della sanità siciliana.

E venne il giorno del vaccino

C’è una speranza contro il Covid e risiede nel vaccino. Abbiamo raccontato il V-Day anche in Sicilia. Il primo medico vaccinato è stato il dottore Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico a Palermo. Ecco la cronaca in video che LiveSicilia.it ha dedicato a quel giorno storico.

Samuel, dal dolore alla solidarietà

Giorni di dolore e giorni di solidarietà. Nel nome di Samuel Garozzo, vittima del Covid. “Eravamo sul sagrato della chiesa il giorno dei funerali – ha raccontato il padre di un suo amico – e abbiamo pensato di fare qualcosa, in ricordo e in nome di Samuel, che potesse fare la differenza. E così ho lanciato l’idea della raccolta fondi, poi i ragazzi hanno fatto tutto in pochi giorni e domenica abbiamo diffuso l’iniziativa attraverso i social”. In poche ore erano state raccolte già oltre 110 donazioni.


I turisti e la fine dell’incubo

E’ stata un’esperienza dura, complicata, ma come abbiamo detto in queste due settimane, i palermitani e i siciliani, più in generale, ci hanno fatto sentire la propria vicinanza in ogni modo. Ora torneremo a casa e ci staremo per un bel po’. Abbiamo bisogno dei nostri affetti, della nostra quotidianità”. Sono le parole di Daniela Mancia, la guida turistica che aveva accompagnato un gruppo di bergamaschi a Palermo il 21 febbraio scorso. Alcuni giorni dopo, la scoperta del virus e la paura, fino al lieto fine. Ecco la loro storia.

Ettore e la speranza

Chiudiamo con la storia di Ettore Consonni, bergamasco curato a Palermo che si è fatto tatuare la Sicilia sul cuore. Qui la nostra intervista. Questo è il suo sorriso di serenità dopo un periodo tremendo. Un sorriso che consegniamo all’anno che verrà.


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