Covid, vaccino e tempi. Cuccia: "Così si sviluppano gli anticorpi" - Live Sicilia

Covid, vaccino e tempi. Cuccia: “Così si sviluppano gli anticorpi”

Il responsabile Epidemiologia dell'Asp di Catania fa chiarezza dopo il caso del medico contagiato pochi giorni dopo la vaccinazione.
L'emergenza sanitaria
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CATANIA – “Lo sviluppo degli anticorpi avviene in un periodo di tempo che varia dai 7 ai 10 giorni dopo la somministrazione della prima dose del vaccino”. Ad affermarlo è Mario Cuccia, responsabile del Servizio di Epidemiologia e Prevenzione dell’Asp di Catania. Un chiarimento nel giorno in cui fa discutere il caso del medico di Siracusa che ha contratto il Covid-19 pochi giorni dopo la vaccinazione a Palermo. La notizia ha ‘riscaldato’ gli animi dei social nella prima domenica del 2021, ma prima di arrivare a conclusioni (poco scientifiche) è necessario fare chiarezza sui “tempi di sviluppo degli anticorpi”. 

I tempi di sviluppo degli anticorpi dopo la vaccinazione

L’esperto, inoltre, chiarisce che la prima dose fornisce “un’efficacia del 50%”, mentre il 95% (risultato dai test sul vaccino attualmente in distribuzione) si ha solo “dieci giorni dopo il richiamo” che secondo le linee guida del Ministero della Salute “deve avvenire a una distanza non inferiore ai 21 giorni”. Insomma, a conti fatti, l’immunizzazione si ottiene solo “una quarantina di giorni dopo la prima iniezione”. 

Il dibattito scientifico sulla strategia vaccinale

Sui tempi di inoculazione della seconda dose del vaccino c’è una querelle scientifica a livello internazionale. “Ci sono due linee di pensiero – racconta Cuccia –  quella americana che propende per una somministrazione dopo i 21 giorni, una inglese che parla addirittura di 12 settimane. La strategia inglese consente di allargare il numero dei vaccinati – analizza – ma con un livello di copertura più basso (50%), altro vantaggio è costituto dal fatto che l’allargamento dell’intervallo fra le due dosi potenzia la risposta immunitaria. Con la strategia americana si hanno meno vaccinati ma con un’efficacia più elevata. L’Italia sta seguendo la linea americana”, argomenta.

Le norme anticovid devono continuare

L’epidemiologo catanese evidenzia che il vaccino non “è un lasciapassare” al “mancato rispetto delle regole anticontagio da Covid-19”. Insomma indossare la mascherina, assicurare il distanziamento sociale, evitare gli assembramenti e una costante igienizzazione delle mani devono diventare ancora parte della quotidianità anche dei “vaccinati”. Cuccia, inoltre, ricorda come l’efficacia del siero Pfizer è pari al 95%: “Questo vuol dire che un vaccinato su 20 potrebbe non sviluppare gli anticorpi”. Il responsabile Asp evidenzia che “la vaccinazione anticovid ha avuto una certificazione in regime di emergenza” e sono ancora in corso gli studi “lunghi e complessi inerenti la trasmissione del virus dopo la vaccinazione”. “Anche se io propendo per una risposta affermativa –  conclude Cuccia – una volta che si sono sviluppati gli anticorpi le potenzialità di contagio saranno notevolmente ridotte. Ma questo lo potremo vedere con il tempo. È una sperimentazione continua”. 

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