Vice procuratori onorari, è protesta: "La nostra salute non è tutelata" - Live Sicilia

Vice procuratori onorari, è protesta: “La nostra salute non è tutelata”

Astensione dalle udienze dall'11 al 31 gennaio. "Da Bonafede nessun sistema contro i rischi di contagio".

CATANIA – Non parteciperanno alle udienze dal prossimo 11 gennaio fino fine mese. Fanno sentire la propria voce i vice procuratori onorari  in servizio alla Procura di Catania. L’annuncio è stato inoltrato nei giorni scorsi direttamente al procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, che la vigilia di Natale ha espresso “solidarietà” nei confronti della magistratura onoraria. Ricordando il “contributo fondamentale e insostituibile”, il capo dell’ufficio giudiziario di Catania ha auspicato “riforme legislative” adeguate. 

Al centro della battaglia, che da mesi ha interessato anche altri distretti giudiziari con proteste anche più estreme – come scioperi della fame -, “il riordino della disciplina” che riguarda la categoria. I magistrati onorari chiedono “la concessione dei diritti minimi di equa retribuzione, previdenza, assistenza, ferie, maternità e malattia, connessi all’esercizio di ogni attività lavorativa”. Principi disposti “dalla Corte di Giustizia Europea e da recenti sentenze di tribunali italiani” e che in considerazione dell’emergenza epidemiologica sono diventati ancora più urgenti. Senza dimenticare l’imminente “entrata in vigore della cosiddetta “Legge Orlando che vorrebbe limitare – denunciano i magistrati onorari – l’apporto dei pubblici ministeri onorari a soli due giorni lavorativi a settimana, con l’inevitabile amplificazione delle criticità che già connotano  l’amministrazione della giustizia”.   

Nella ‘missiva’, che i vice procuratori onorari chiedono a Zuccaro di inviare al Procuratore generale di Catania Roberto Saieva e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sono evidenziate le ragioni “dell’astensione”. Alla “mancata copertura assicurativa e previdenziale” il guardasigilli – scrivono i magistrati onorari – non è stato “fornito, nell’attuale situazione epidemiologica, alcun valido sistema di protezione individuale contro i rischi di contagio da Covid, tant’è che già alcuni hanno contratto il virus e sono rimasti privi di qualsiasi tutela durante il periodo di malattia”. 

Al vuoto normativo si aggiunge l’annosa vicenda legata all’edilizia giudiziaria di Catania, già al centro delle proteste degli avvocati catanesi. “La situazione logistica delle aule di udienza del Tribunale di Catania, soprattutto quelle del complesso di via Crispi, non pone i magistrati onorari in condizioni di sicurezza e non consente una efficace tutela della propria salute nella congiuntura in atto di emergenza sanitaria per le ridotte dimensioni delle stesse, per la prossimità con il pubblico, per l’inevitabile contatto ravvicinato con imputati, testi e avvocati interessati alla celebrazione dei rispettivi processi, per l’assenza di barriere in plexigas e di idonee aperture per l’areazione e, in generale, per lo stato complessivo delle strutture che accentua la contiguità con soggetti terzi, così determinando la formazione di fatto di assembramenti che amplificano il pericolo di contagio”. 

I vice procuratori onorari rivendicano condizioni occupazioni che rispettino “i dettami costituzionali e comunitari posti a garanzia del lavoro e della salute”. “L’attuale situazione normativa” invece secondo le toghe onorarie “non garantisce la dovuta sicurezza nello svolgimento delle delicate funzioni giudiziarie” e non possono “scongiurare il grave rischio all’incolumità personale di contrarre il virus pandemico”. 

Nel periodo di “astensione dalle udienze” saranno comunque garantite le altre attività investigative e d’esecuzione. Compiti che “non presupponendo il contatto con il pubblico – scrivono i magistrati onorari – non presentano le stesse criticità e pericoli di contagio della frequenza delle aule di udienza”.

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