"Rifiuti e Recovery Fund, ecco cosa cambierà per Palermo" - Live Sicilia

“Rifiuti e Recovery Fund, ecco cosa cambierà per Palermo”

Il direttore della Rap Li Causi: "Da aprile il quinto step del porta a porta"
L'INTERVISTA
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PALERMO – “Il porta a porta in tutta la città è un obiettivo che intendiamo raggiungere, ma per farlo servono quasi 60 milioni di euro e centinaia di nuove assunzioni, e aumentare la raccolta differenziata è complicato se la Regione non finanzia i nostri Centri di raccolta. I rifiuti di Palermo all’estero? Entro questo mese definiremo le procedure per selezionare a chi affidare l’incarico, ma bisogna anche capire chi pagherà per tutto questo”. Anno nuovo, nuovi obiettivi per la Rap, la società partecipata del comune di Palermo che puntualmente finisce sul banco degli imputati per la poca differenziata. A spiegare progetti e prospettive è il direttore Roberto Li Causi: “Nelle zone del porta a porta arriviamo anche al 70%, ma senza impianti adeguati saremo sempre in perdita”.

La Regione ha bandito la gara per la settima vasca di Bellolampo: cosa ne pensa?
“Che era ora, visto che abbiamo aspettato quasi tre anni. Ci auguriamo che le procedure siano celeri e senza intoppi, ma sappiamo che prima del 2022 la vasca non sarà pronta e i nostri problemi sono invece attualissimi”.

Il Governo Musumeci ha assicurato il via libera alla chiusura della sesta vasca, che vale 140 mila tonnellate, entro metà gennaio…
“C’è stata la prima conferenza di servizi che è andata molto bene, ci hanno chiesto delle integrazioni che stiamo fornendo e ovviamente ci auguriamo che i tempi siano rispettati, nell’interesse della città”.

Intanto vi preparate a portare i rifiuti al di fuori della Sicilia?
“Abbiamo pubblicato una manifestazione di interesse, così come ci ha chiesto il sindaco Leoluca Orlando e come ha chiesto più volte la Regione, e sono arrivate 10 proposte che stiamo esaminando: resta il problema però della copertura finanziaria. Chi pagherà per tutto questo? Per liberare il piazzale di Bellolampo da 30 mila tonnellate di tal quale e da 35 mila di frazione da biostabilizzare servono subito 20 milioni, che in quota parte incrementeranno i nostri extra-costi, ma certamente non saremo in grado di sostenere finanziariamente il trasporto fuori dall’Isola, operazione per la quale servono decine di milioni ogni anno e che, lo ricordo, non risolve il problema ma semplicemente lo rinvia”.

Appunto: perché la differenziata non aumenta?
“Questo è quello che ci rimprovera spesso la Regione, che però è la stessa che ha escluso i nostri cinque Centri di raccolta dal finanziamento pur considerandoli perfettamente in regola. Dei primi sei Ccr non finanziati, cinque sono nostri. Curioso, no? La Regione adesso non può che ravvedersi, incrementando le risorse finanziarie così da includere i nostri Centri che sono indispensabili per l’incremento delle percentuali della differenziata”.

Ma il motivo non sarà solo questo…
“No, ovviamente no, ma non può passare sempre il concetto che la colpa sia soltanto della Rap che, pur con tutti i suoi limiti, sta facendo grandi passi in avanti. A gennaio partirà la distribuzione dei kit nel nuovo step del porta a porta che comprende Romagnolo e Settecannoli dove i cassonetti spariranno da aprile, nel porta a porta 1 siamo al 70% di differenziata e nel porta a porta 2 al 65%. Inoltre si è già conclusa la gara per l’impianto di biometano che sarà uno dei più grandi d’Italia e ci consentirà di convertire tutti i nostri mezzi, risparmiando i soldi del carburante. Per fare il salto di qualità servono però nuovi investimenti e per questo ci auguriamo che l’interlocuzione avviata dal sindaco Orlando con la Regione e con il Governo nazionale per assegnare a Palermo 120 milioni di euro del Recovery Fund vada in porto: significherebbe poter rivoluzionare letteralmente il sistema estendendo il porta a porta in tutta la città, per non parlare dei nuovi impianti. Investimenti strutturali con fondi pubblici”.

Quali progetti verrebbero finanziati?
“Anzitutto l’estensione del porta a porta a tutto il territorio: servono quasi 60 milioni di euro per acquistare i mezzi, a cui aggiungere ovviamente centinaia di nuove assunzioni. Poi c’è la realizzazione di altri 10 Ccr per 9,8 milioni, l’impianto di trattamento degli ingombranti da sei milioni, l’ammodernamento del Tmb e dell’impianto per il percolato per 14 milioni, il capping della discarica da 6,3 milioni e soprattutto l’impianto di trattamento della frazione secca della differenziata da 10,6 milioni che sarebbe il vero fiore all’occhiello. Ad oggi, quando portiamo una tonnellata di plastica presso uno dei siti del consorzio, portiamo plastica sporca che non ci rende quasi niente; con questo nuovo impianto potremmo lavare la plastica, togliere la carta, eliminare ogni impurità e questo ci frutterebbe 400 euro a tonnellata. Un risparmio economico enorme che significherebbe tasse più basse per i cittadini”.

Siete sempre molto polemici con la Regione, eppure in questo caso vi aiuterebbe ad avere i finanziamenti europei…
“La Rap ha sempre mostrato grande senso di responsabilità e collaborazione, basti pensare che il progetto per la settima vasca lo abbiamo realizzato noi a costo zero, ma è vero che a volte il livello delle polemiche è stato più alto del normale. Noi siamo disponibili a una sana sinergia nell’interesse di Palermo, ma serve anche che la Regione acceleri le procedure autorizzative e pianifichi in modo chiaro il sistema dei rifiuti con un progetto che si basi sul censimento delle varie materie così da immaginare impianti adeguati, che preveda una valutazione precisa delle tecnologie da utilizzare, che faccia un bilancio delle esigenze di produzione, trattamento e recupero di tutto il territorio. Insomma, serve un ciclo dei rifiuti che si apra e si chiuda in Sicilia senza il bisogno di andare altrove”.

Torniamo al Comune: la giunta ha detto di essere saltata sulla sedia non appena ha visto il Piano Tari del 2020 con un aumento di 34 milioni…
“Il Piano economico e finanziario Tari 2020 è stato redatto dalla Rap a marzo del 2020 ed è stato validato dalla Srr e dal Comune, che quindi conosceva perfettamente i nostri numeri. A giugno abbiamo inviato una semestrale, che ovviamente comprendeva tutti i costi, e a novembre l’amministrazione ci ha chiesto una revisione del Pef perché non abbiamo portato più i rifiuti altrove, ma li abbiamo lasciati a Bellolampo ottenendo qualche risparmio. Il 21 dicembre abbiamo inviato il nuovo Piano che ha previsto un risparmio di 4-5 milioni, scendendo così a 21 milioni che sono circa il 6% in più del 2019. Insomma, abbiamo addirittura rivisto al ribasso una cifra che era nota da marzo: ci doveva essere un po’ di sorpresa, ma in positivo”.

Il Pef Tari veramente presenta un aumento di 34 milioni, non di 21…
“Noi redigiamo un Pef grezzo e lì ci sono i 21 milioni di extra-costi, cioè di nostre spese già fatturate e che quindi sono immodificabili: ai costi del 2018, anno individuato in base ai parametri Arera, abbiamo solo aggiunto i costi straordinari e non strutturali. Se poi il Comune ha sommato altri soldi avrà avuto i suoi buoni motivi, ma noi non c’entriamo nulla. Certo, se a settembre qualcuno avesse ascoltato i nostri appelli saremmo riusciti a ridurre ulteriormente la cifra”.


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