Politica, università, rifiuti, mafia: i processi a Catania nel 2021 - Live Sicilia

Politica, università, rifiuti, mafia: i processi a Catania nel 2021

Riflettori puntati sul Palazzo di piazza Verga. Si apre un anno giudiziario al cardiopalma.

CATANIA – Qualche rinvio. Qualche slittamento. Qualche riprogrammazione dovuta alle astensioni. Ma il Covid non ferma la macchina della giustizia. Il 2021 sarà un anno molto affollato di processi al Palazzo di Giustizia di Catania. Occhi e orecchie puntati sui procedimenti penali che riguardano politici, prof, imprenditori e colletti bianchi. Ma non manca l’attenzione anche per i clan mafiosi alla sbarra. 

L’università e i concorsi truccati

A fine anno è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per 50 professori (e non) nell’ambito del secondo troncone dell’inchiesta Università Bandita che ha scoperchiato una serie di ‘concorsi’ accademici che sarebbero stati “truccati” al fine di favorire un candidato già prescelto. La procura ha depositato gli atti nell’udienza preliminare che vede tra gli imputati i due ex rettori dell’ateneo catanese, Francesco Basile e Giacomo Pignataro. A questo punto il nodo della questione, più procedurale che sostanziale, è capire se i due filoni confluiranno in un unico processo. Richiesta avanzata da molti difensori, visto che diverse contestazioni riguardano prof che però sono suddivisi nei due stralci. Un primo verdetto comunque potrebbe arrivare entro l’anno, visto che l’ex prorettore Giancarlo Magnano Di San Lio ha optato per il rito abbreviato. 

La pattumiera di Sicilia 

Quando per Salvatore Leonardi, imprenditore della Sicula Trasporti che gestisce la discarica di contrada Grotte San Giorgio, è arrivata l’archiviazione per il caso dell’estorsione ai Pillera sembrava che le nubi si fossero diradate e che anche dalla Prefettura sarebbe arrivate liete novelle dopo l’ispezione antimafia. Pareva iniziata una nuova stagione per la società che all’inizio del 2020, in piena pandemia, ha anche cambiato i vertici societari mettendo l’avvocato Vito Branca alla presidenza del Cda. Ma con il caldo dell’estate è arrivato il blitz Mazzetta Sicula che ha portato i sigilli delle società del gruppo (anche quelle del settore immobiliare) ed ha azzerato il consiglio d’amministrazione visto che per il gip – che ha firmato l’ordinanza – ci sarebbero state procedure non del tutto chiare. A dicembre è arrivato il rinvio a giudizio dei fratelli Antonello e Salvatore Leonardi che dovranno affrontare il processo che si preannuncia ricco di colpi di scena. Tra le udienze più attese quella in cui parlerà il nuovo pentito Delfo Amarindo, il fidato dipendente dei Leonardi che avrebbe assicurato la vicinanza con il clan Nardo di Lentini. Ma oltre il processo, l’inchiesta della Finanza potrebbe proseguire sul solco del riciclaggio. Quel milione di euro seppellito nella pattumiera di Sicilia ha sollevato molti interrogativi che meritano risposte. 

La politica

Non si è chiuso nel migliore dei modi il 2020 per il deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino. Il giovane renziano catanese che sta già affrontando l’udienza preliminare davanti al gip che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura per corruzione elettorale, è rimasto ‘impantanato’ nella rete di intercettazioni dell’inchiesta Report della Guardia di Finanza che ha disarticolato il clan Laudani. All’enfant prodige della politica etnea è stato notificato un avviso di conclusione indagine su un presunto scambio di promesse al fine di ottenere voti per le ultime regionali. Tornata elettorale che ha fatto conquistare l’appellativo di Mr 32 mila preferenze. Anno complicato dal punto di vista giudiziario anche per l’ex sindaco Enzo Bianco e per la maggioranza degli assessori della giunta in carica dal 2013 al 2018: entro alcuni mesi si chiuderà l’udienza preliminare per l’inchiesta sui conti del Comune di Catania. 

Lombardo e Ciancio

In questa prima parte dell’anno dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) arrivare il verdetto della Corte d’Appello sul processo di secondo grado bis che vede imputato l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, accusato di concorso esterno alla mafia. L’anno appena concluso intanto ha visto il politico autonomista centrare una vittoria in Cassazione nel processo sul voto di scambio che lo vedeva coinvolto insieme al figlio Toti.

Dovrebbe concludersi definitivamente entro gennaio il processo di Misure di prevenzione sulla confisca (revocata in appello) del patrimonio dell’editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo, che parallelamente sta affrontando il dibattimento davanti al Tribunale per l’accusa di concorso esterno. La Procura Generale ha impugnato l’annullamento del sequestro e confisca delle aziende del gruppo Ciancio e il 21 gennaio 2021 – dopo il rinvio dello scorso autunno – la Cassazione dovrebbe decidere.

Mafia, sangue e il terzo livello di Cosa nostra

Sono decine e decine i processi che vedono i clan mafiosi etnei alla sbarra. Dal Tribunale alla Corte d’Appello non si contano i procedimenti penali che vedono nel banco degli imputati i boss dei Santapaola, dei Cappello, dei Laudani e dei Pillera. Ma anche le famiglie mafiose che hanno la roccaforte criminale fuori da Catania: il clan Brunetto di Giarre, gli Assinnata e i Rapisarda di Paternò, i Santangelo e gli Scalisi di Adrano, i Mazzaglia di Biancavilla, i Nicotra di Misterbianco. C’è poi il processo Thor che porterà indietro le lancette dell’orologio: agli anni del sangue e della mattanza. Killer e mandanti di oltre 20 omicidi di mafia commessi tra il 1989 e il 2007 si dovranno presentare davanti ai giudizi catanesi. Ma non c’è solo mafia militare nel calendario giudizio del 2021. Nel processo Samael si analizzerà quel terzo livello di Cosa nostra che si muove in ambito finanziario ed imprenditoriale. Alla sbarra boss e faccendieri che avrebbero ripulito i soldi sporchi accumulati dai padrini di Cosa nostra tra gli anni 70-80-90. Oggi la mafia ha smesso di sparare, ma è ‘viva e presente’ nei meandri fragili delle istituzioni e del tessuto economico-sociale. La guerra non è ancora vinta. 

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