Palermo, il canale 'fa i capricci': viale Regione Siciliana resta chiuso

Il canale ‘fa i capricci’, si allungano i lavori in viale Regione

Il Passo di Rigano rallenta i lavori sulla corsia centrale verso Trapani, slitta la fine del cantiere

PALERMO – I lavori erano iniziati con le migliori premesse per i palermitani, ma si sono scontrati con le condizioni del canale Passo di Rigano: il tratto di viale Regione Siciliana all’altezza di via Principe di Paternò, in direzione Trapani, rimarrà chiuso oltre i due mesi previsti. Il cantiere era nato per realizzare la copertura del sottostante canale Mortillaro, ma i tecnici si sono imbattuti nell’altro canale che attraversa quella zona del capoluogo.

“C’è un punto in cui i due canali si uniscono – spiega Fabio Cittati, architetto e Responsabile unico del procedimento per il Comune di Palermo – e lì abbiamo scoperto che il letto del Passo di Rigano è sprofondato di circa un metro e mezzo. Avremmo dovuto finire il 12 gennaio (proprio oggi, ndr), ma evidentemente non sarà così”.

“Potremmo intervenire, ma…”

Al momento della scoperta il Comune si stava dedicando alla sola copertura del Mortillaro, ma ora la questione è anche burocratica e amministrativa: “Il punto – dice Cittati – è che tecnicamente potremmo intervenire anche sulle criticità scoperte ultimamente, ma così facendo potrebbero venire a mancare le somme necessarie. D’altronde dovevamo lavorare su un canale solo – aggiunge – quindi ora dobbiamo interloquire con la Regione, che è l’ente di competenza. Noi ci dovremmo occupare della copertura e quindi della strada”, a fronte di una spesa di 250 mila euro. L’obiettivo rimane lo stesso, seppur con una nuova data di ultimazione: “Passerà un altro paio di mesi”, prevede il rup, “uno per le varie prove tecniche e il resto del tempo per dedicarci al solettone”.

L’acquedotto non aiuta

E sembra che il Passo di Rigano abbia cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione degli addetti ai lavori. A complicare il quadro infatti si aggiungono due condotte idriche. “Una è stata inserita dentro il canale e quindi la sezione del corso d’acqua si è ridotta”, dice Cittati, commentando la foto sopra. “Per di più la condotta è malconcia, e ogni volta che si alza il livello dell’acqua, questa erode tutto quello che incontra. Questo perché le spalle del canale sono in pietra. Abbiamo fatto presente tutto ad Amap, che sembra voglia dismettere una condotta, mentre occuparsi dell’altra potrebbe creare grossi problemi in superficie perché passerebbe molto tempo”.

Il Passo di Rigano, da un cantiere all’altro

Circa due mesi fa il Comune aveva annunciato anche un altro intervento urgente, in via Montepellegrino, dove c’è ancora il Passo di Rigano. Le barriere avvolgono la corsia che va verso la Fiera, stavolta per mettere in sicurezza proprio il Passo di Rigano, a fronte di altri 250 mila euro. Ma non è semplice: “Stiamo adottando palificazioni – spiega Cittati, anche qui Responsabile unico – ma abbiamo trovato sottoservizi che neanche le aziende elettriche e telefoniche riconoscono. Cavi sepolti, intrecciati, dimenticati. Si è arrivati anche a parlare di ‘martello e scalpello’ per preservarli, ma queste non sono ipotesi pensabili”.

Le previsioni suggeriscono tempi analoghi a quelli di viale Regione Siciliana: “Nonostante tutto, siamo riusciti a gettare tutti i pali – sottolinea l’architetto –. Fra una quindicina di giorni faremo le prime prove sui pali stessi, e se risponderanno bene possiamo pensare di non sforare di molto i 90 giorni di cantiere che avevamo previsto”.

“Era il momento”

I ritardi creeranno ulteriori disagi, soprattutto a chi guida mezzi pesanti, ma l’esperto ravvisa che i lavori non potevano più essere rimandati in nessuna delle due aree. “Il canale è messo male da tempo, non è una novità – osserva il tecnico del Comune di Palermo – e ora finalmente si è deciso di mettere a posto due assi fondamentali della città. Da viale Regione Siciliana e via Montepellegrino passano continuamente molti carichi pesanti, in uscita dal porto o in direzione delle autostrade. Insomma era proprio il momento di intervenire, per non ritrovarci a parlare di eventi ben più gravi di strade chiuse per lavori”.


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