PALERMO – Da convinto assertore delle tesi grilline a responsabile del dipartimento Emigrazione della nuova Democrazia cristiana targata Totò Cuffaro. Alì Listì Maman, giovane avvocato palermitano originario del Niger, ha ricevuto la nomina proprio dall’ex presidente della Regione Siciliana che è anche commissario della Dc e regista di un progetto che punta a riportare in auge lo scudocrociato nell’Isola.
“Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo che ci vedrà impegnati in probanti sfide – afferma Listì Maman -. Ringrazio Cuffaro per la nomina e per la fiducia che ha posto nella mia persona, confidando di essere all’altezza dell’incarico affidatomi che sarà, di certo, complesso è gravoso. Sono felice di mettermi a disposizione su un tema così complesso che mi sta molto a cuore. Immigrazione significa non solo richiedenti asilo, ma soprattutto integrazione, seconde generazioni: tutte sfide da sostenere. Affronterò ed affronteremo con lungimiranza i temi dell’immigrazione, rigettando i toni urlati ma cercando di affrontare con competenza le prove che oggi ci si presentano”.
Nella primavera del 2017 Listì Maman fu in corsa per un posto al consiglio comunale di Palermo con il Movimento cinque stelle ma abbandonò la lista pentastellata non risparmiando critiche al movimento sul programma. Era il periodo in cui lo stendardo M5s veniva portato dal candidato sindaco Ugo Forello, anche lui avvocato, che poi abbandonò i Cinquestelle per la frattura sorta sui temi dell’immigrazione nata dalla scelta dei vertici di stringere un patto di governo con la Lega. Pochi mesi dopo Listì Maman tentò anche la nomination a candidato governatore per il movimento ma le Regionarie segnarono la ricandidatura di Giancarlo Cancelleri, mentre la corsa per uno scranno a Sala d’Ercole nel collegio di Palermo si fermò a 1.572 voti.
Cuffaro n1
I grillini raggiungono sempre vette altissime.
Buon lavoro
Povera Palermo povera Sicilia la mafia immigrazioni-sta sta facendo affari d’oro
Questi personaggi è meglio che vadano via, sono mopportunisti ed infiltrati
io mi vergognerei.
Lo chiamerei il fascino dello scudo crociato, peccato che non sia più fra noi l’immenso Giulio Andreotti altrimenti non solo l’intero M5S ma anche tanti deputati dei vari gruppi misti sarebbero già passati armi e bagagli alla Democrazia Cristiana e magari proprio nella corrente per me più prestigiosa nonchè rappresentativa, ovvero quella degli andreottiani.