Coronavirus, imprese in crisi: "Si muore di usura ed estorsione" - Live Sicilia

Coronavirus, imprese in crisi: “Si muore di usura ed estorsione”

Aziende sul lastrico esposte agli appetiti di criminali e sciacalli senza scrupoli.
L'ALTRA FACCIA DELLA PANDEMIA
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“In questi mesi ho sentito racconti da brivido e questa nuova restrizione alla libertà di impresa ha il sapore del colpo di grazia”. Uno sfogo doloroso che colpisce pancia e cuore. Occhi lucidi e mani tremanti di chi in questa mesi ha visto l’altra faccia della pandemia, quella della crisi economica e sociale. Rosario Cunsolo, presidente dell’associazione antiracket Libera Impresa, non si arrende di certo ma non nasconde il suo sconforto.

Crescita esponenziale di denunce

Alla sua porta, in questo periodo, sono arrivate cinque persone pronte a denunciare casi di usura ed estorsione. “Per arrivare a questi numeri servono anni solitamente, non mesi”, chiarisce Cunsolo. 

Tragedie familiari e sciacallaggi sociali

“Già dal settembre dell’anno scorso nel mio piccolo ho accompagnato imprenditori alla denuncia per usura ed estorsione. Fino a pochi giorni fa. Stiamo assistendo a tragedie familiari non descrivibili, a sciacallaggi sociali privi di ogni umanità. Se si continua così non so dove andremo a finire”, continua il presidente di Libera Impresa. 

Gli usurai non stanno a pensare al Covid. Magari attendono qualche settimana o mese, ma a che costo? Il debito cresce a livello esponenziale. Le denunce arrivano da due fronti: da chi ha pagato per anni e ora non riesce più. O da chi ha ceduto alla tentazione nel primo lockdown sperando di rientrare in poco tempo, ma poi la seconda ondata lo ha stroncato. E allora non ha visto altra via d’uscita che andare dalle forze dell’ordine. Molti sono ristoratori, grossisti della filiera alimentare, panificatori. 

Il vortice dell’usura

Non c’è solo la mafia in questo turpe vortice dell’usura, ma anche “i cosiddetti colletti bianchi”, spiega Cunsolo. “Le posso dire che a livello investigativo e repressivo la risposta delle istituzioni è stata assolutamente immediata e ha registrato importanti risultati. E anche voi giornalisti – afferma ancora – ne avete dato conto in questi mesi, pubblicando notizie di arresti e inchieste.

Gli appetiti della criminalità organizzata

“Ma è necessario e urgente un intervento di supporto economico da parte delle istituzioni. Le cartelle esattoriali è vero sono state congelate, ma tutti gli altri procedimenti non si sono mai fermati: protesti, aste giudiziarie e fallimenti. Questo espone le aziende a una perdita di valore rendendole appetibili alla criminalità organizzata, che riesce ad impadronirsene o costringendo l’imprenditore vittima a cederle visto che non riesce a onorare pizzo o il prestito usuraio, o diventandone ‘socio occulto’ per lavare denari sporchi”, analizza il presidente dell’associazione.

“Servono azione mirate affinché i piccoli imprenditori non siano costretti a scendere ai compromessi dell’illegalità. Oggi più che mai la forza dello Stato deve sostenere la libera impresa”, conclude Cunsolo. 

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