Samael, il 'tesoretto' dei padrini: "Condannare Cesarotti a 16 anni" - Live Sicilia

Samael, il ‘tesoretto’ dei padrini: “Condannare Cesarotti a 16 anni”

Tutte le richieste di pena del pm agli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

CATANIA – L’uomo d’onore Giuseppe Cesarotti avrebbe gestito tramite ‘investimenti, passaggi di denaro, intestazioni di aziende” il ‘tesoretto’ di Cosa nostra catanese. Insieme a Giuseppe Mangion, che sta affrontando il processo ordinario, è lui l’imputato chiave dell’inchiesta Samael che a dicembre 2019 ha ricostruito la filiera del denaro sporco dei padrini del clan Santapaola-Ercolano. Denaro accumulato dagli affari illeciti durante gli anni 70, 80 e 90. Oggi, il pm Marco Bisogni ha lungamente percorso i vari tasselli della delicata indagine Samael del Ros che – attraverso sofisticate microspie e tradizionali pedinamenti – ha circoscritto le operazioni finanziarie ed economiche sospette messe in campo grazie al coinvolgimento di colletti bianchi e faccendieri. 

Le richieste di pena

Una volta sviscerati i pilastri dell’inchiesta, il sostituto procuratore della Dda ha analizzato le singole posizioni degli imputati che hanno optato per il rito abbreviato ed ha formulato alla gup Anna Maria Cristaldi le richieste di pena. Bisogni ha chiesto di condannare a 16 anni di reclusione Giuseppe Cesarotti ((classe 44) e Armando Pulvirenti, a 12 anni invece Cateno Russo e Orazio Di Grazia, a 6 anni e 8 mesi – infine – ad Antonio Francesco Geremia. Richieste severe considerando che nel calcolo delle pene è stato considerato ‘lo sconto’ del giudizio abbreviato. Ma l’aggravante della recidiva ha alzato “la posta”. 

Le accuse

Cesarotti e Pulvirenti sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione aggravata (contestazione a carico anche di Di Grazia e Russo). Cesarotti deve difendersi anche da diversi episodi di trasferimento fraudolenti di valori. Infine, Geremia è imputato per il reato di concorso esterno. 

L’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo 16 marzo per la discussione dei difensori, gli avvocati Lucia Spicuzza, Mario Brancato, Michele Pansera, Salvo Sorbello, Enzo Merlino e Salvatore Pappalardo. Una volta completate le arringhe la gup si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. 

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