Furbetti del vaccino, interrogazione all'Ars dei 5 Stelle - Live Sicilia

Furbetti del vaccino, interrogazione all’Ars dei 5 Stelle

La Cgil siciliana: "Una vergogna".
CORONAVIRUS
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“Ferreo monitoraggio sulla somministrazione dei vaccini, specialmente sulle dosi avanzate, per evitare scelte discrezionali o, peggio,somministrazioni ai furbetti”. È questo il cuore di un’interrogazione, a prima firma di Salvatore Siragusa,  presentata all’Ars dal M5S.

“Troppe – dicono i componenti della commissione Salute di palazzo dei Normanni, Salvatore Siragusa, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua e Antonio de Luca – sono le notizie rimbalzate in questi giorni sulle pagine dei giornali che raccontano di anomale somministrazioni per ‘salvare’ dosi di vaccino scongelate ma non inoculate. È ovvio che in assenza di direttive chiare e univoche casi come quello del Ragusano e di Petralia, solo per citare i più eclatanti, sono destinati a ripetersi e a moltiplicarsi, finendo con l’aprire pericolosissime maglie agli immancabili furbetti, cosa che va evitata a tutti i costi”.“È evidente – afferma Siragusa- che le dosi scongelate, ma non inoculate per i motivi più disparati, non possono andare  perdute, è altrettanto evidente, comunque, che non è ammissibile lasciare all’arbitrio di chi ha in carico i vaccini la scelta dei soggetti sostitutivi  cui inocularle. Questi soggetti devono in ogni caso rientrare tra le categorie previste dal piano strategico nazionale e dalle successive disposizione del dipartimento regionale per le attività sanitarie. Razza e Musumeci si adoperino perché ciò accada sempre e comunque”.

Anche la Cgil interviene sulle vaccinazioni “sospette” all’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia, dove su 1.121 vaccinazioni eseguite fino al 21 gennaio, 333 sono finite sotto inchiesta dai Nas perché sarebbero state fatte non alle categorie di chi rientra nelle direttive previste dal governo nazionale. Un dato alto, una vaccinazione “abusiva” su quattro, che ha portato l’ospedale di Petralia alla ribalta della cronaca come primo caso nazionale per erogazione arbitraria del vaccino anti-Covid.

Un “fatto grave” che per la Cgil testimonia “malcostume e favoritismi” nel modo di gestire le vaccinazioni. “Diciamolo chiaramente: è una vergogna che il vaccino, ancora prima di essere somministrato a quanti ne hanno bisogno e diritto, venga somministrato agli amici, ai parenti o agli amici degli amici – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Occorre trasparenza e serietà. Non è possibile come nel caso dell’ospedale di Petralia, che il 25 per cento dei vaccinati siano persone che non ne avevano diritto. Chiediamo che siano accertate le responsabilità per evitare che questa situazione ripeta in questa o in altre realtà: la strada della vaccinazione di massa è ancora parecchio lunga e bisogna proteggere prioritariamente ed evitare che vengano scavalcate le persone più fragili e più esposte”.

“La sanità e gli ospedali sono sempre stati un punto nodale dove il clientelismo ha imperversato negli anni, determinando le fortune politiche elettorali di alcuni personaggi – aggiunge Calogero Spitale, responsabile Cgil Alte Madonie – Sarebbe opportuno agire con severità, con l’individuazione da parte dei Nas chi è stato registrato negli elenchi senza essere fra i soggetti prioritari previsti dal protocollo nazionale per le vaccinazioni. Chiediamo che vengano fatte tutte le indagini necessarie per accertare eventuali responsabilità della direzione sanitaria e dell’equipe medica e infermieristica e per evitare che, nel prosieguo delle vaccinazioni anti Covid, si calpestino e si saltino i meccanismi previsti. Tra l’altro proprio il distretto di Petralia, di 25 mila abitanti, ha un servizio di medicina territoriale molto efficace, sta lavorando bene ed entro l’estate potrebbe completare le vaccinazioni per tutti secondo le regole e rispettando le priorità e i turni stabiliti”.

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