"Roberta si è data fuoco e si è buttata": il fidanzato, gli sms, il video

“Roberta si è data fuoco e si è buttata”: gli sms e le “bugie”

Il racconto del fidanzato e la ricostruzione degli investigatori sul delitto di Caccamo. C'è pure un video
"OMICIDIO VOLONTARIO"
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5 min di lettura

PALERMO – Alle 9:14 di domenica mattina la centrale operativa dei carabinieri riceve una telefonata da un uomo che abita nello stesso condomino della famiglia Siragusa. Racconta allarmato che non ci sono più tracce di Roberta.

Inizia la giornata che ha portato al ritrovamento del cadavere della povera ragazza di 17 anni, nelle campagne di Caccamo, e al fermo del fidanzato, Pietro Morreale, 19 anni, disposto dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e dal sostituto Giorgio Barbara. Agli atti dell’indagine c’è anche il video di una telecamera di sicurezza che ha ripreso il passaggio della macchina.

“È successa una cosa molto grave”

Alle 9.20 Pietro Morreale, in stato di fermo per omicidio volontario e occultamento di cadavere, si presenta in caserma con il padre e un avvocato. “È successa una cosa molto grave”, dice il genitore prima che il figlio accompagni i militari nel luogo dove viene ritrovato il corpo della povera Roberta, lungo una strada sterrata che conduce al Monte San Calogero, in fondo a un dirupo. C’è un un piccolo brandello di jeans bruciato. Non ci sono altri segni di incendio, né tracce di sangue se non quelle rinvenute appena viene spostato il corpo. Non si esclude, dunque, che Roberta possa essere stata uccisa altrove e trasporta nel luogo dove è stata abbandonata.

“Si è data fuoco e si è buttata”

Il ragazzo racconta di avere litigato con Roberta mentre si sono appartati per avere un po’ di intimità dopo avere trascorso la serata a casa di amici. Ad ad un certo punto è successo qualcosa (cosa?), e lei “è scesa dalla macchina, si è data fuoco e si è buttata, non l’ho uccisa”. La ragazza si è cosparsa il corpo con la benzina contenuta in una bottiglia che Pietro ha portato con se per accendere la Vespa che si trova nel garage a casa della fidanzata. Lui ha pure tentato di soccorrerla e per questo si è bruciato la mano destra. Quindi ha abbandonato il cadavere ed è rientrato a casa. Appena i genitori si sono svegliati gli ha raccontato tutto. Il padre aggiunge che il figlio è rientrato alle 4, sotto choc ed è svenuto.

Il racconto dei genitori

Il padre e la madre di Roberta, imbianchino lui e impiegata in un’impresa di pulizie lei, sono sconvolti. La figlia e Pietro Morreale si sono fidanzati un anno fa. Frequentavano entrambi l’Alberghiero di Caccamo. Ai carabinieri di Termini Imerese ricostruiscono che sabato la figlia e il fidanzato trascorrono il pomeriggio a casa ed escono verso le 23 per riunirsi con degli amici. La madre si è addormentata e si è svegliata alle 6. Si accorge subito che la figlia non è rincasata. Corre nell’abitazione dove sa che la sera prima è stata con gli amici. Niente, Roberta non è neppure lì. La chiama al telefono, che risulta spento. Finalmente le risponde Pietro. Dice di avere accompagnato Roberta a casa alle 2:10 e che non hanno litigato.

Le prime incongruenze

Il racconto, secondo i pubblici ministeri, presenta delle incongruenze. Non è chiaro quando l’indagato ha fatto rientro a casa, in quale stanza si trovava al momento del risveglio dei genitori, né cosa indossare in quel momento.

“Lui la picchiava”

Vengono sentiti diversi amici dei fidanzati. Ed ecco venire fuori la storia di una relazione tormentata. Raccontano della gelosia morbosa di Pietro a tal punto da impedirle di frequentare gli amici. Non sono mancati episodi di violenza come lo scorso giugno quando Pietro l’ha colpita al volto procurandole un ematoma all’occhio (c’è anche una foto che lo conferma). Altri aggiungono che Pietro la picchiava e la minacciava che se avesse riferito a qualcuno delle violenze subite avrebbe fatto del male alla fidanzata e alla sua famiglia.

Gli sms di notte con un amico

È soprattutto la testimonianze di un ragazzo a diventare decisiva per la ricostruzione degli investigatori. Mostra i messaggi che si è scambiato con Roberta la notte della morte. All’1.06 lei gli ha scritto: “Devo staccare”. All’1:07: “Vediamo che vuole quello”. All’1:09 “Torno tra mezz’ora non più tardi”. All’1:30 un nuovo sms: Pietro voleva consumare un rapporto sessuale con lei. Che siano stati questi messaggi a scatenare la lite per gelosia? Il ragazzo risponde verso le 2:30, vuole essere chiamato per qualsiasi cosa.”Non dormo tutta la notte con un brutto presentimento”, dice ai militari. Il ragazzo le ha suggerito di interrompere più volte la relazione, ma Roberta ha sempre avuto paura delle conseguenze.

“Sapeva dove fosse il cadavere eppure…”

Un altro amico racconta di avere invece parlato con Pietro alle 2 di notte. Gli dice che sta rientrando a casa e che giocheranno a un videogame. Dal suono della voce ha l’impressione che l’amico sia in macchina. Non hanno più giocato. Domenica mattina verso le 8 – lo dice mentre mostra la cronologia delle chiamate – Pietro lo ha cercato sei volte e gli ha pure inviato inviato un messaggio per chiedergli se avesse notizie di Roberta. Eppure Pietro Morreale sa perfettamente dove si trova la povera ragazza visto che poco dopo conduce sul posto i carabinieri. Anche alla madre della vittima dice di avere accompagnato Roberta a casa alle 2:15.

Le immagini della telecamera

Infine ci sono le immagini di una telecamera di videosorveglianza. Si è accertato che la Fiat Punto di Pietro Monreale è transitata per due volte lungo la strada dove è stato ritrovato il corpo. Il primo passaggio è delle 2:37 ed è tornato indietro alle 2:43. Successivamente si nota un secondo passaggio della stessa macchina alle 3:28 con rientro alle 3:40.

I carabinieri mettono a posto i tasselli, le dichiarazioni, i messaggi di una vita che passa dai telefonini. Mentre cercano altri alla loro ricostruzione fermano Pietro Morreale, che nel frattempo si è avvalso della facoltà di non rispondere, per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Un provvedimento che ora passerà dalla convalida del giudice per le indagini preliminari.

Secondo l’accusa, Pietro Morreale avrebbe ucciso la fidanzata, si sarebbe creato una versione di comodo e avrebbe tentato di depistare le indagini. Si parla di versione “artatamente creata dei fatti” e intenzione di “rallentare i soccorsi”. E ora si attende l’autopsia per capire come è stata uccisa Roberta: il medico legale, ad una prima ricognizione cadaverica, ha parlato di “volto tumefatto nella regione orbitale laterale sinistra”.


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