Incarichi aggiuntivi: la dirigente Giammanco assolta

Incarichi aggiuntivi: la dirigente Giammanco assolta

Era imputata di peculato. Un'altra dirigente a giudizio

PALERMO – Il fatto non costituisce reato. Con questa formula il giudice per l’udienza preliminare Rosario Di Gioia ha assolto il dirigente regionale Luciana Giammanco dall’accusa di peculato. Rinviata a giudizio Silvia Coscienza che ha scelto il rito ordinario.

Il processo ruotava attorno agli incarichi aggiuntivi. Una legge regionale del 2010 ha inserito il principio della omnicomprensività del compenso per i dirigenti. Quando si riceve un incarico aggiuntivo presso un altro ente i soldi devono confluire nel capitolo destinato al trattamento economico accessorio della dirigenza. Insomma, non possono finire nelle tasche del dipendente.

Cosa che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta nel caso di Giammanco e Coscienza. La prima, che successivamente restituì i soldi, dal settembre 2012 al marzo 2013 si sarebbe appropriata di circa 25.000 per l’incarico di commissario straordinario dell’ex Provincia di Trapani.

La cifra sale a 39 mila euro per Coscienza che tra l’ottobre 2013 e lo stesso mese del 2014 fu commissario straordinario Quando si seppe dell’indagine Coscienza scrisse una nota: “Tengo a precisare che detti compensi sono ancora normati, in Sicilia (Regione a Statuto autonomo ed in materia di personale avente potestà esclusiva e non concorrenziale) dal Decreto del Presidente della Regione n.28 del 19 Febbraio 2003 così come modificato ed integrato dal D.P.R del 8 Maggio 2009. In forza di tale norma (unico riferimento normativo in Sicilia) il compenso spettante per l’attività di commissario straordinario è dovuto a dirigenti e funzionari che espletano tale attività. La norma nazionale che ha previsto per i dirigenti generali ed i dirigenti dello Stato una modifica sui compensi aggiuntivi per tale fattispecie d’incarico, non è stata ancora recepita in Sicilia. Esiste solo una circolare del 2014, a firma Luciana Giammanco, che ha tentato di mettere ordine in una materia in cui regna una confusione estrema. In ogni caso chi scrive, al fine di evitare d’incorrere in spiacevoli equivoci e d’essere tacciata come incauta profittatrice, pur avendo ricevuto l’incarico nel 2013 (prima della circolare Giammanco) ha restituito le somme richieste alla Regione Siciliana”.

L’avvocato Valentina Castellucci

“Ancor prima dell’instaurazione del procedimento penale la dottoressa Giammanco – spiega il legale della difesa, l’avvocato Valentina Castellucci – aveva spontaneamente presentato, unica fra decine e decine di dirigenti regionali, istanza di restituzione degli emolumenti autonomamente versati dall’ente per l’incarico rivestito anni prima restituendo integralmente quanto percepito e dichiarato ‘dovuto’ nel decreto di nomina. La difesa si è avvalsa anche di un parere legale sulla complessa ricostruzione esegetica della normativa in materia di retribuzione aggiuntiva dei dirigenti e del recepimento da parte della Regione siciliana della normativa nazionale in materia di divieto di omnicomprensività della retribuzione. L’attribuzione di un emolumenti per le nomine commissariali di dirigenti ha costituito per lungo tempo prassi applicativa per la Regione siciliana”.

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