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LiveSicilia.it / Province / Giustizia, a Messina arretrati e rischio prescrizione

Giustizia, a Messina arretrati e rischio prescrizione

La relazione del presidente della Corte di Appello di Messina Michele Galluccio.
APERTURA ANNO GIUDIZIARIO
di Gianluca Rossellini
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MESSINA – “Venute ormai meno le speranze di ottenere in tempi brevi la realizzazione del Secondo Palazzo di Giustizia, l’unico spiraglio di luce, nel buio più totale della vicenda, è rappresentato dalla possibilità di ottenere in locazione alcuni locali di proprietà dell’INPS che certamente costituirebbe un notevole passo avanti in vista della soluzione dell’annoso problema”. A dirlo nella sua relazione il presidente della Corte di Appello di Messina Michele Galluccio durante l’apertura dell’anno giudiziario a Messina. Questa presidenza, – prosegue Galluccio – il procuratore generale, il consiglio dell’ordine degli avvocati e la conferenza permanente dei capi degli uffici giudiziari, in tutte le sue componenti, si sono tempestivamente attivati sul punto e adesso spetta al Ministero assumere le relative determinazioni. Il dovere istituzionale ci impone di affrontare l’argomento dell’edilizia giudiziaria, tenuto conto che quelle condizioni di estrema criticità, per la mancanza di locali e per i problemi di salubrità e sicurezza per quelli in atto a disposizione (di cui rappresenta esempio paradigmatico la degradante condizione in cui tanti lavoratori sono costretti a operare”.”In particolare – conclude Galluccio – nei locali dell’ufficio GIP-GUP, siti nel piano seminterrato nella sede della Sezione Lavoro del Tribunale e dell’Ufficio del Giudice di Pace) sono stati acuiti dalla emergenza epidemiologica e dalla necessaria osservanza delle norme di distanziamento sociale dalla stessa imposte per evitare il contagio.

Tribunale Messina: arretrato e contenzioso

“Il quadro generale del funzionamento dell’amministrazione giudiziaria nel Distretto, nel periodo 1 luglio 2019 – 30 giugno 2020, continua a registrare una situazione difficile, a causa delle vacanze contingenti di fatto e di diritto negli organici, sia presso la Sezione Lavoro della Corte, che presso i Tribunali di Messina, Barcellona P.G. e Patti, ma soprattutto del pesante arretrato che condiziona il rendimento complessivo degli uffici giudiziari, oltre a determinare un notevole dispendio di risorse pubbliche, conseguenti al contenzioso ex legge Pinto”. “Le difficoltà – ha aggiunto Galuccio -si aggravano in considerazione dei vuoti di organico del personale di cancelleria, al cui fabbisogno si sopperisce con i comandi, i distacchi e le applicazioni, per loro natura provvisoria e che, come tali, rendono impossibile il raggiungimento di un assetto stabile dei vari uffici, condizione imprescindibile per la piena operatività degli stessi. L’incessante processo di depauperamento delle unità operative, in conseguenza dei pensionamenti del personale amministrativo è stato, solo in parte, compensato, sin qui, dagli esiti del concorso per assistenti giudiziari e dalla progressione in carriera nella qualifica di funzionario giudiziario. Il Ministero, tuttavia, ha programmato in tempi brevi l’espletamento dei concorsi per operatore giudiziario, per direttore amministrativo (400 posti), per cancelliere esperto ( 2.600 posti), con uno sforzo notevolissimo di cui bisognare dare atto, in vista del potenziamento degli uffici”.

Per Covid al penale rischio prescrizione

“La situazione delle Sezioni penali dibattimentali continua a rimanere difficile, seppur con un decremento, dell’11%, delle pendenze, in numero di 253, al collegio e un incremento dell’8,9% per i procedimenti dinanzi al giudice monocratico (pendenti, al 30.6.2020, 3.360; erano 3.086 al 30.6.2019). L’elevato numero di procedimenti pendenti determina un concreto rischio di prescrizione dei reati, soprattutto di quelli con pena edittale non superiore a sei anni, con notevoli difficoltà di assicurare una risposta celere di giustizia”. “La situazione – prosegue Galluccio – si è aggravata a seguito della sospensione delle attività dovute al periodo di lockdown per la necessità di limitare i procedimenti da trattare nelle singole udienze ad un numero compatibile con le esigenze di distanziamento interpersonale. Sul totale dei procedimenti definiti (2.033) a dibattimento collegiale e monocratico, le sentenze dichiarative di prescrizione sono state 45, pari al 2,3%. Quanto alla durata dei procedimenti definiti in dibattimento, la maggior parte (41,88% per il collegio e 31,99% per il monocratico) è compresa tra 1 e 2 anni, mentre supera i 2 anni il 33% dei procedimenti definiti dal collegio ed il 20,62% dei procedimenti definiti dal giudice monocratico”.

Covid sfida per modernizzazione

“La sfida che Consiglio Superiore della Magistratura, Ministero della Giustizia e Consiglio Nazionale Forense hanno davanti è quella di cogliere l’occasione della vicenda Covid, per sviluppare, sulla base della esperienza di questi mesi, un complessivo progetto di ammodernamento e digitalizzazione della attività giudiziaria che, superata la fase dell’emergenza, possa costituire il fondamento della amministrazione della giustizia per le generazioni future”. “Ai magistrati – prosegue Galluccio – in particolare, spetta, ora più che mai, nella consapevolezza delle difficoltà che il paese attraversa, la responsabilità di fornire, con spirito di servizio, il proprio contributo, attraverso un comportamento improntato a serenità ed equilibrio, nell’impegno di quotidiana e concreta testimonianza, con i comportamenti, del sacrificio delle Toghe cadute nell’adempimento del dovere”.

Pubblicato il 30 Gennaio 2021, 11:2230 Gennaio 2021, 11:22
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