Dal festino a luci rosse al racket: il pizzo rinviato per il Covid

Dal festino a luci rosse al racket: il pizzo rinviato per il Covid

Passato e presente di Francesco L'Abbate, uno degli arrestati dell'ultimo blitz

PALERMO – Il Covid ha fermato la macchina del pizzo, ma per molti commercianti l’appuntamento con il pagamento della tassa di Cosa Nostra è stato solo rinviato.

Emblematica è la vicenda che riguarda un commerciante palermitano di nome “Angelo” che il 15 aprile scorso ha ricevuto la visita di Francesco L’Abbate, uno degli arrestati del blitz dei carabinieri che ha colpito il mandamento di Tommaso Natale.

L’Abbate si è mostrato comprensivo: “Ancilù… me ne vado… quando dici tu prendo e vengo”. Seppure vittima del racket il commerciante e l’esattore erano in confidenza: “… questa settimana prossima appena apriamo, siamo chiusi per ora… per ora siamo a mare proprio… siamo fermi totali… la gente sta impazzendo… purtroppo lo Stato Italiano non è buono… non è buono”.

L’Abbate: “… vabbè dai andiamo ci vediamo… ci vediamo quando… apri dai”. E il commerciante rispondeva: “… la settimana prossima dovremmo aprire se tutto va bene”.

Sul racket al tempo del Covid stanno indagando il procuratore aggiunto Salvo De Luca e i sostituti Felice De Benedittis, Amelia Luise e Dario Scaletta.

Uno dei più attivi era L’Abbate, 46 anni, volto noto alle forze dell’ordine. Nel passato di “Franco crema gialla” o “Ciccio il folle” – questi sono i suoi soprannomi -, considerato reggente della famiglia dello Zen assieme a Giuseppe Cusimano, c’è un precedente per omicidio. Nel 2004 il corpo di Giuseppe Luparello, un idraulico incensurato, fu abbandonato da due persone al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia. Sarebbe morto poco dopo per il colpo di pisola che lo aveva raggiunto al petto.

Subito dopo l’arresto, L’Abbate confessò l’omicidio. Disse di avere sparato alla vittima al culmine di una lite. Le indagini fecero emergere una vicenda mai chiarita fino in fondo. La lite era seguita a un’orgia organizzata in una villa a Carini. L’incontro a luci rosse fu confermato dal padrone di casa e dalle due donne che vi presero parte.

Per quel delitto L’Abbate è stato condannato a 19 anni di carcere. Nel 2014, dopo dieci anni di carcere, gli è stata concessa la semi libertà. Dal 2017 la definitiva scarcerazione. Nei gironi scorsi il nuovo arresto.


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