Ristoratori e guide turistiche: "Programmiamo la ripartenza" - Live Sicilia

Ristoratori e guide turistiche: “Programmiamo la ripartenza”

Un tavolo di concertazione, è quello che chiedono gli imprenditori all’amministrazione comunale, per contribuire insieme a creare una città più fruibile e appetibile.
CONFCOMMERCIO
di
3 min di lettura

CATANIA – L’appello di Confcommercio. “Basta emergenza. Ora è tempo di programmare la ripartenza. Sulla stessa lunghezza d’onda i ristoratori e le guide turistiche del Sistema Confcommercio, che si ritrovano perfetti partner per avviare il rilancio delle loro attività puntando sul turismo di prossimità.”  Insieme, infatti, sono le colonne portanti della più importante risorsa economica per il territorio: il turismo.

Ristoratori e guide turistiche chiedono aiuto alle istituzioni locali per dare una immagine diversa alla città e ripartire con spirito nuovo, impegnandosi con loro nel sostegno di un’attività che ha valenza civica e sociale: scoprire le bellezze architettoniche e gastronomiche del territorio. 

Parlano i ristoratori

“Non è più momento di piangersi addosso – afferma Giovanni Trimboli, presidente dei Ristoratori Fipe Confcommercio Catania – siamo stati chiusi troppo a lungo, abbiamo sempre rispettato le regole imposte dalla pandemia, siamo scesi in piazza per farci sentire, ora è il momento di rimboccarci le maniche e predisporre la ripartenza. Ma non possiamo farlo da soli. Non pretendiamo aiuti economici (tanto quel poco che è arrivato non ci ha aiutato a sopravvivere) ma alla politica chiediamo almeno gli strumenti tecnici per ripartire. In primis, alleggerire la burocrazia mettendo in stand by il Durc per due anni così da consentire a quelle imprese che l’hanno perso a causa del Covid di rimettersi in carreggiata accedendo a strumenti finanziari e organizzativi. Abbassare i costi dei biglietti aerei per raggiungere la Sicilia; accorciare le distanze tra la città e l’Etna; identificare la città di Catania con un piatto della gastronomia locale e farlo riconoscere dall’UNESCO, tipo la Norma”.

Un tavolo di concertazione

Un tavolo di concertazione, è quello che chiedono gli imprenditori all’amministrazione comunale, per contribuire insieme a creare una città più fruibile e appetibile. E suggeriscono di individuare una figura professionale, un tecnico, che dialoghi con la politica e faccia da collante tra i vari settori del turismo coinvolti: accoglienza, ricettività, ristorazione, congressistica, accompagnatori turistici. Lavorare in sinergia per rendere la città più pulita, più sicura, più accogliente, con zone a traffico limitato, con servizi reali e efficienti.

Guide turistiche

“Rivendichiamo il diritto al lavoro – incalza Giusi Belfiore, presidente guide turistiche Confcommercio Catania –. Chi infrange le regole convinto che la propria libertà debba passare davanti impedisce agli altri di lavorare, limita le attività di chi cerca di rispettare le regole imposte da questo momento difficile. A mio avviso ci sono modi per garantire il diritto all’uscita degli uni e il diritto al lavoro degli altri. In alcuni territori, naturalmente in zona gialla e con quelle garanzie filtrate dal governo centrale – spiega la Belfiore -, le amministrazioni hanno messo in campo risorse economiche, come quelle che arrivano dalla tassa di soggiorno, con le quali offrono alla comunità locale attività che possono essere delle passeggiate, delle degustazioni, intese a reinvestire la tassa di soggiorno e aiutare il territorio e quelle categorie legate al turismo colpite dalla crisi. Questo progetto virtuoso potrebbe essere adottato anche dalle nostre parti, dobbiamo pensare a riprogrammarci. L’idea è quella di far si che i prodotti dell’enogastronomia e le bellezze architettoniche del territorio possano dare slancio al turismo di prossimità che in questo momento è l’unico che abbiamo. Possiamo creare dei percorsi turistici con soste dove fare degustare i nostri piatti tipici. Tutto in sicurezza, una passeggiata con soste veloci per la degustazione. Quest’anno, visto che la festa di Sant’Agata non si farà, si potrebbero dirottare i proventi della tassa di soggiorno verso progetti alternativi ma sempre utili per il territorio. Non ci resta altro, in attesa del ritorno dei turisti dall’estero. I ristoratori non possono mantenersi solo con l’asporto e le guide turistiche non possono più stare a casa. E’ un attività con valenza sociale, incoraggia la gente in sicurezza, lungo percorsi facilmente controllabili e nel rispetto delle regole. Ci vuole poco!”

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI