Vittima di 'ndrangheta denunciò e si ritrova processato - Live Sicilia

Vittima di ‘ndrangheta denunciò e si ritrova processato

La vicenda di Giuseppe Crea che si appella a Gratteri.

MESSINA – E’ stato sentenziato dalla Cassazione che è vittima di ‘ndrangheta per essersi ribellato alle violenze della criminalità organizzata. Ma ha anche denunciato decine di personaggi pubblici, che negli ultimi 40 anni hanno operato nell’Area dello Stretto, tra Messina e la Calabria accusandoli di molteplici reati. Tuttavia ad oggi, nonostante siano passati 13 anni dalle sue ultime querele, e pur avendo presentato numerose puntuali integrazioni fino a questi giorni, lamenta che le indagini su quanto ha segnalato sembrano arenate. Solo di recente la Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo sul quelle iniziali segnalazioni, ma solo contro ignoti, anche se i nomi e i fatti lui li ha coraggiosamente riportati e le sue richieste di intervento, negli ultimi 5 anni, sono sui tavoli dell’Ufficio del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, cui si è rivolto direttamente.

Vittima di ‘ndrangheta

Giuseppe Crea, 69 anni, cittadino dell’Area dello Stretto, originario di Seminara e domiciliato con la famiglia a Messina, presidente dell’associazione Risveglio Sociale, lotta sempre senza disperarsi, anche se per le sue denunce continua ad essere emarginato nella vita. Ha avuto difficoltà lavorative, si è trovato solo a combattere la criminalità organizzata, con pericoli per sé e la sua famiglia, e racconta di avere subito soprusi da personaggi al centro delle sue denunzie. Di contro, è stato poi denunciato per calunnia e diffamazione in atti giudiziari da un altissimo magistrato querelato, che non era stato neppure indagato, ed ora Crea si ritrova lui sotto processo a Messina.

La vicenda

Crea nella sua querela del 2008 alla Procura di Catanzaro aveva evidenziato, tra l’altro, i comportamenti di alcuni magistrati di Messina e di Reggio Calabria, che non erano intervenuti quando lui aveva denunciato negli anni diversi fatti gravissimi, sia quale cittadino che pubblico ufficiale. Crea, infatti, ha ricoperto vari incarichi pubblici come Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università e dell’allora Policlinico universitario e del Consiglio Direttivo dell’Ente Teatro di Messina; Amministratore e Presidente della So.G.A.S. (Società di Gestione per l’Aeroporto dello Stretto); Componente di varie Commissioni dell’oggi disciolto I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari) della Provincia di Reggio Calabria; consulente dell’A.T.E.R.P. (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica) della Provincia di Reggio Calabria; Componente della “Commissione per la vigilanza ed il controllo sull’attuazione del programma triennale (P.T.P.M.T.) per il presidio e la manutenzione del territorio e la prevenzione degli incendi boschivi e la ricognizione della posizione previdenziale della manodopera A.Fo.R. (Azienda Forestale della Regione Calabria.); Consulente per la legalità e la trasparenza amministrativa della Commissione Straordinaria prefettizia del comune di Briatico (VV), sciolto per condizionamenti ‘ndranghetistici. Nell’espletamento di questi ruoli, Crea ha denunciato fatti circostanziati, senza ottenere risultati fino a oggi e subendo, afferma, comportamenti ritorsivi.

Le querele

Giuseppe Crea di recente, nell’ultima integrazione delle sue querele, indirizzate, oltre che al procuratore Gratteri, anche al procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, a quello di Roma Michele Prestipino, e per conoscenza al presidente della Repubblica e del Consiglio Superiore della Magistratura Sergio Mattarella, al procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione Giovanni Salvi e al Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha affermato che il “non intervento dei magistrati, sta permettendo l’impunità di molti Colletti bianchi che hanno comportamenti omissivi, abusivi, favoreggiatori e depistanti tutt’ora in essere”. Il presidente dell’associazione Risveglio Sociale quindi chiede l’intervento di Gratteri per non continuare a rimanere “vittima predestinata di ulteriori, non più sopportabili, vere e proprie angherie giudiziarie, tendenti a ribaltare strumentalmente, attraverso la ingiusta e depistante attribuzione di falsi comportamenti diffamatori e calunniatori, la sua immagine di cittadino integerrimo”.

I magistrati

“Purtroppo, in siffatto delicatissimo contesto giudiziario, è facile immaginare e comprendere – conclude Crea – la posizione di conflitto, in cui il Consiglio Superiore della Magistratura colloca magistrati seppur valorosissimi, tra cui il procuratore Gratteri, nel momento in cui li invia a dirigere uffici inquirenti, che hanno l’obbligo di legge di indagare, in astratto, sui propri stessi comportamenti e su quelli di altri magistrati, amici o colleghi di quotidiano lavoro. Ritengo quindi che difficilmente si otterranno presto risultati concreti, perché anche il procuratore Gratteri, nonostante la sua conclamata abilità, avrà non poche difficoltà ad effettuare una improbabile ‘quadratura giudiziaria’, che potrebbe portare a dover indagare magistrati suoi colleghi, oscillanti pendolarmente tra i Distretti giudiziari delle Corti di appello di Reggio Calabria e Messina, che sono oggetto delle mie denunce ultradecennali”.

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