Covid, i giovani laureati al pronto soccorso: "E' stato un onore"

Covid, i giovani laureati al pronto soccorso: “E’ stato un onore”

Una mascherina chirurgica. Il saluto dei giovani medici che tornano a studiare dopo il Covid.

PALERMO- “E’ stato un onore, signori, suonare con voi”. Così questi giovani medici – Marco, Leonardo, Saverio, Danilo, Francesca, Alessia – hanno salutato i loro colleghi al pronto soccorso del ‘Cervello’. Sono alcuni tra i laureati lanciati nell’inferno del Covid, senza nemmeno passare del via. Hanno compiuto il loro dovere al servizio della Sanità pubblica. E adesso tornano sui libri, per la scuola di specializzazione. Hanno scritto il messaggio su una mascherina chirurgica, una citazione che gioca anche con la necessaria ironia della catastrofe. Se sei in mezzo alla tempesta, trovi sempre la forza di un sorriso.

“Grazie, ragazzi”

“Alla fine vince l’amore… l’amore che i medici e tutto il personale Sanitario mettono nel loro lavoro – ha scritto su facebook la dottoressa Carmen Sferrazza, medico di grande esperienza -. Sono stati mesi duri e a tratti “crudelmente violenti”, ce l’abbiamo messa tutta e anche di più… ogni giorno, sprezzanti della fatica e dell’alienazione a cui questa malattia ci ha condotti. Ci siamo ammalati, abbiamo pianto amaramente nelle videochiamate con le famiglie dei pazienti e abbiamo gioito per emogas che miglioravano. Ogni giorno una dura lotta ma alla fine ha vinto sempre l’amore. In questi mesi abbiamo avuto una enorme gioia nel vedere “crescere” giovani medici appena laureati che con enorme coraggio si sono buttati a più non posso in questo lavoro. Hanno studiato, si sono professionalizzati, hanno aiutato a vivere.. .penso non ci sia cosa più bella. Alcuni di loro vanno via perché entrano in specializzazione. Se lo meritano. Diventeranno grandissimi”.

“Per un anno con noi”

Altre parole sono fiorite sulla bacheca social del primario facente funzione del pronto soccorso, la dottoressa Tiziana Maniscalchi: “Anche io non posso che esprimere la mia gioia ed il mio contestuale dolore per i nostri ragazzi giovani medici (Danilo, Saverio, Leonardo, Marco, Francesca, Alessia) che per un anno hanno lavorato con noi e che adesso ci lasciano perché sono entrati in scuola di specializzazione come era sacrosanto che fosse. Cresciuti come figli ed accanto a loro come amici. Aprono la strada al loro futuro lavorativo con grandissima professionalità ed etica. Sarete grandissimi medici perché siete grandissimi uomini e grandissime donne. Non dimenticate il mondo del pronto soccorso fatto di sacrifici ma di soddisfazioni enormi”.

“Sono diventati i figli di tutti”

“Sono diventati i nostri figli, di tutti – aggiunge la dottoressa Maniscalchi -. Tra quelli che vanno via e quelli che rimangono, circa una ventina. Sono arrivati a marzo scorso per l’emergenza Covid e hanno dato un contributo fondamentale con l’entusiasmo e la forza. Era la prima volta che, in pronto soccorso, ci trovavamo accanto colleghi tanto giovani con l’enorme capacità di apprendimento che hanno i ragazzi. Alcuni si sono pure infettati, ma nessuno si è mai tirato indietro. Hanno visto le persone morire, hanno consolato i parenti, sono stati scrupolosi e attentissimi, chiedendo consiglio in ogni momento. E si è costruito un grande rapporto umano”. E hanno conosciuto presto l’acerrima sconfitta che sperimenta chiunque porti un camice con passione: quando qualcuno chiude gli occhi e tu non volevi che andasse così. E’ stato un onore, ragazzi.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI