Ex ospedale Santa Marta, il Sunia lancia ipotesi di edilizia sociale

Ex ospedale Santa Marta, il Sunia lancia ipotesi di edilizia sociale

Il sindacato si inserisce nel dibattito sul futuro dell'ex nosocomio.
LA PROPOSTA
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CATANIA – Tra le proposte che nel dibattito sulla riqualificazione dell’ex Ospedale Santa Marta, stanno prendendo corpo,  manca quasi del tutto l’edilizia sociale.

Le richieste del Sunia

Il Sunia di Catania ha già chiesto un confronto sull’argomento all’amministrazione comunale, “ritenendo che anche a Catania vada seguito l’esempio di altre città italiane ed europee che hanno ripopolato  e rivitalizzato i centri  urbani desertificati inserendo  quote di edilizia sociale, spesso nei contenitori pubblici dismessi”. Per Catania potrebbe essere l’occasione per partecipare  al bando di prossima scadenza del Mit  finanziato con 854 milioni di euro per il “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare”.

La segretaria Milazzo

Spiega la segretaria del Sunia Giusi Milazzo: “Non si può parlare di rigenerazione di quell’area, strategica, senza considerare che vi insistono gli edifici degli ex ospedali “Vittorio Emanuele” e “Santo Bambino”. La progettazione di interventi sulla città e di rifunzionalizzazione dei grandi contenitori dismessi, deve basarsi sui bisogni della popolazione e sul fatto che la chiusura dei nosocomi ha comportato, in tempi brevissimi, lo spopolamento di una zona che si è marginalizzata”.

Delocalizzare le abitazioni popolari

Per il Sunia l’idea di realizzare edilizia popolare solo nelle periferie già dense di edifici residenziali pubblici, è sbagliata. Ricostituire invece comunità nei quartieri, potrebbe ridare nuovo senso in questi anni di Pandemia. Conclude Giusi Milazzo: “Solo grazie all’iniziativa di 50 donne e uomini tra tecnici, intellettuali e cittadini che hanno sottoscritto una lettera aperta, i cittadini sono venuti a conoscenza che la Regione avesse deciso di intervenire su uno dei tanti ospedali dismessi. E tutto questo, senza che l’intervento fosse previsto negli strumenti  pianificatori e senza che  fosse stato avviato alcun confronto con la collettività. A seguito della lettera è scaturito un dibattito interessante e sembra che l’Amministrazione comunale, seppur tardivamente, abbia colto l’esigenza del confronto in città. Qualche perplessità  la desta  la scarsa chiarezza del percorso: Il Comune annuncia un incontro per mercoledì pomeriggio ma non lascia trasparire né  le sue reali intenzioni  né le modalità con cui si vuole procedere, nè chi siano i soggetti invitati a partecipare”.

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