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Sicilia di nuovo prima per numero di contagi: sono quasi mille

I dati regionali e nazionali sulla pandemia delle ultime 24 ore. Nell'Isola altri 37 decessi
IL BOLLETTNO
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PALERMO – Sono 984 i nuovi positivi al Covid in Sicilia, su 22.255 tamponi processati, con una incidenza del 4,4%. La regione è al primo posto per nuovi contagi dopo ci sono Campania e Lombardia. Le vittime sono 37 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.545. Gli attuali positivi sono 41.613, con un decremento di 589 casi rispetto a ieri. I guariti sono 1.536. Negli ospedali i ricoveri sono 1.529, 11 in meno rispetto a ieri, dei quali 202 in terapia intensiva, due in meno rispetto al giorno precedente. La distribuzione nelle province vede Catania con 165 casi, Palermo 391, Messina 126, Trapani 145, Siracusa 52, Ragusa 7, Caltanissetta 34, Agrigento 55, Enna 9.

I dati nazionali

Nelle ultime 24 ore sono stati 9.660 i test positivi al coronavirus registrati in Italia, con 499 vittime. Lo rende noto il ministero della Salute. Ieri i test positivi erano stati 7.925, i morti 329. Sono stati 244.429 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati ieri in Italia, con un tasso di positività rispetto ai nuovi casi (9.660) pari al 3,9%, in calo dell’1,7% rispetto a ieri. Le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia sono 2.214, quindi 38 in meno rispetto a ieri, nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono 158. I ricoverati con sintomi sono invece 20.317, quindi 57 in più di ieri.

Scende il numero totale dei test

“Rispetto a dicembre, la differenza è che sul totale dei tamponi nella media nazionale il 40% sono test antigenici rapidi”, ha detto ancora Broccolo, per il quale “l’esigenza di inserire i test antigenici rapidi accanto ai molecolari è probabilmente nata dalla volontà di aumentare la potenzia di fuoco nel controllo dell’epidemia, per avere un monitoraggio più frequente e a costi inferiori, considerando i lunghi tempi di refertazione e i costi dei molecolari”. I test antigenici rapidi “non sono diagnostici, ma – ha precisato il virologo – sono test di screening che andrebbero fatti con una certa frequenza in comunità extra-sanitarie, come le scuole e i luoghi di lavoro. La loro reale efficacia – ha osservato – sta infatti solo e unicamente nel monitoraggio frequente: se questo viene a mancare, perdono senso”. (ANSA)


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