Sant'Agata a "porte chiuse": l'abbraccio è solo rimandato

Sant’Agata a “porte chiuse”: l’abbraccio è solo rimandato

L'emergenza Covid ha imposto lo stop alle festività agatine, che saranno celebrate sì, ma in forma ridotta al lumicino

CATANIA – La prima volta nella storia recente della città. Solo con la guerra la festa dedicata a Sant’Agata si era fermata del tutto. Fino a oggi: l’emergenza covid ha imposto lo stop alle festività agatiine, che saranno celebrate sì, ma in forma ridotta al lumicino. Per i devoti, milioni di persone che ogni anno accorrono per assistere alla ricorrenza, la consolazione magra dello streaming.

Sant’Agata e la pandemia

Non poteva che andate così. La pandemia e il rischio contagi non possono coesistere con la terza festa della cristianità per afflusso di fedeli, che avrebbe dovuto prendere il via oggi con la Carrozza del Senato, l’offerta della cera e il grande spettacolo di musica e fuochi. Caratterizzata, oltre che dai momenti di raccoglimento e di preghiera, dagli assembramenti di centinaia di migliaia di devoti, curiosi e appassionati che, sin dal 3 – il giorno più “secolare” – affollano le strade; da bancarelle di caramelle e panini; da abbracci, strette e urla di passione. Una consapevolezza che ha spinto le autorità ad annullare i festeggiamenti e a blindare piazza Duomo.

La fede sopra ogni cosa

Fa male, per Catania e i catanesi, non abbracciare Agata. L’attesa, quest’anno, non potrà essere soddisfatta se non virtualmente. Ma resta la fede: in tanti, in questi giorni, stanno omaggiando la Santa Patrona con fiori. I tanti altarini sparsi in città sono meta di pellegrinaggio. Anche i social rimandano una popolazione consapevole del momento storico difficile e del sacrificio imposto. Anche perché il rischio reale è che i sacrifici fino a qui fatti – economici, familiari, emotivi e di vite umane – si vanifichino e che la Festa la scorderemo a lungo. La speranza è, invece, quella di poter riabbracciare Agata ad agosto.

I timori per disordini

Resta la preoccupazione per possibili disordini: non sarebbe certo una novità. La presenza di teste calde tra le migliaia di devoti potrebbe forzare le regole imposte e creare disordini. Per questo sono stati predisposti controlli interforze ma la tensione resta alta. Già qualche anno fa, la decisione di imporre il numero chiuso per assistere allo spettacolo dei fuochi pirotecnici del 3 febbraio, portò la folla ha sfondare le transenne.

La fabbrica Sant’Agata

D’altronde la sofferenza è tanta. Economica soprattutto. Intorno alla festa di sant’Agata ruotano, ogni anno, centinaia di migliaia di euro. L’indotto è vasto e riguarda il lavoro regolare ma anche quello nero. La fiera di Sant’Agata, per cominciare, e poi palloncinai, bancarelle, arrusti e mangia, cerai, la ristorazione, l’accoglienza turistica. I mancati festeggiamenti di sant’Agata rappresentano un danno enorme per la già fragile economia cittadina, già fiaccata dalla pandemia.


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