L'unica soluzione possibile e la lezione di Mattarella - Live Sicilia

L’unica soluzione possibile e la lezione di Mattarella

Il discorso del Capo dello Stato risveglia l'Italia dall'incantesimo dei pifferai magici.
IL COMMENTO
di
2 min di lettura

E alla fine, tutto sembra avviarsi verso l’unica soluzione possibile. Quella che il buon senso suggeriva da un pezzo. Affidare il Paese nel momento più buio al profilo più alto, più apprezzato e rassicurante all’estero, più preparato e affidabile. Sergio Mattarella, con il viso severo del preside che irrompe in una classe di asini, caciaroni e fancazzisti per dire ora basta, ieri ha spiegato al Paese le cose come stanno. Con democristianissimo senso della politica, ha smontato con linguaggio chiaro e comprensibile a tutti i concittadini lo starnazzare dell’al voto al voto, mettendo a tacere una certa opposizione e inchiodando alla croce delle sue responsabilità la ex maggioranza.

Un momento storico

Ieri sera, in quel drammatico discorso del Capo dello Stato, è sembrato di intravedere un momento storico cruciale. Il tempo dirà se è stata solo un’impressione ma forse quel discorso di Mattarella, quel discorso da ‘prima Repubblica’, senza hashtag, slogan da quattro soldi, ammiccamenti e sbraco, resterà come un’orazione funebre per la grande illusione dei pifferai magici del populismo. Nelle cui braccia un’Italia smarrita si è buttata in questi anni con numeri che non hanno paragoni con gli altri Paesi europei. Sono stati anni surreali, con le feste al balcone per l’abolizione della povertà, le richieste di pieni poteri di aspiranti capopopolo a torso nudo, con il governo che andava in TV a spiegare che ‘concedeva’ ai cittadini l’esercizio delle loro libertà costituzionali, con gli aspiranti capi del governo che citofonavano a favore di camera a un quisque de populo chiedendo ‘lei spaccia?’.

Stop al dilettantismo politico

Qualcuno ha detto che ha perso la politica. No, ha semplicemente perso la politica scarsa. Quella dei dilettanti allo sbaraglio. E nel giochino della tattica, l’odiatissimo Renzi, il politico incapace di costruite ma insuperabile nel demolire e che alla politica quella adulta si è abbeverato, ha gabbato i suoi avversari con la facilità con cui Cristiano Ronaldo liquiderebbe la difesa della squadretta dell’oratorio.

Ma la crisi non è finita

Ora tocca a Draghi. E forse, il pensiero che a gestire quella montagna di miliardi sia lui piuttosto che la coalizione che s’affidò al rientro dal gabinetto di Ciampolillo, dovrebbe sollevarci tutti. La crisi non è ancora finita e bisognerà capire cosa accadrà nelle prossime ore. Ma ogni giorno ha la sua pena. E ogni tanto, grazie al cielo, anche qualche sollievo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI