Indagini "commissionate" dai boss per spazzare via i nemici - Live Sicilia

Indagini “commissionate” dai boss per spazzare via i nemici

I mafiosi agrigentini erano d'accordo con un poliziotto nella guerra agli stiddari

PALERMO – I mafiosi agrigentini per spazzare via gli stiddari si sono fatti aiutare da un poliziotto. Niente piombo, hanno usato le informative antimafia per tentare di liberarsi dei nemici.

I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i carabinieri del Ros se ne sono accorti in tempo reale. Altrimenti si sarebbero fidati fino in fondo di Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore del commissariato di Canicattì, finito sotto inchiesta perché si sarebbe messo a disposizione dei mafiosi. In particolare di Giancarlo Buggea e della compagna, l’avvocata Angela Porcello.

I pm sono saltati sulla sedia quando si sono visti recapitare un’informativa firmata da Pitruzzella.

Se non lo avessero bloccato in tempo sarebbero divenuti strumento inconsapevole di vendetta interne alla mafia, di un tentativo, come gli stessi pm lo definiscono, di “deviazione sovversiva di un potere dello Stato”.

Buggea, che rispondeva agli ordini dell’anziano capomafia Calogero Di Caro, ce l’aveva con gli stiddari che avevano alzato il livello della tensione con dei danneggiamenti. L’obiettivo era rientrare nel grande affare della commercializzazione dell’uva.

Buggea ne aveva parlato con Santo Rinallo, a cui disse che avrebbe fatto bene a fermarsi perché “già è scattata la Dda e c’è da stare attenti’. Nelle settimane precedenti all’intercettazione Pitruzzella aveva redatto, assieme a Porcello, una annotazione di servizio in cui faceva nomi di mafiosi e imprenditori. È l’informativa che ha spedito ai pubblici ministeri.

L’8 giugno 2020 il poliziotto è andato in studio da Porcello:

“Io sono venuto con la scusa della notifica andiamo nell’altra stanza”. Credevano che fosse più sicura, ma si sbagliavano. Innanzitutto Buggea doveva stoppare la frequentazione con un altro collega in divisa (“si salutano, si abbracciano”) perché sotto osservazione “di quelli di Agrigento… occhio allora io quando ti dico mezza cosa ti dico occhio mi devi capire al volo siccome questo qua è sotto… AG e CC poi come te lo devo fare capire”. Carabinieri e poliziotti agrigentini indagavano su un altro uomo in divisa.

Pitruzzella aggiungeva di avere saputo dai colleghi del commissariato che la relazione di servizio proveniva dal personale della squadra mobile di Agrigento. Era pure al corrente che Buggea era stato pedinato durante una trasferta in Calabria. Bisognava stare attenti. Nel frattempo, il poliziotto avrebbe cercato di depistare le indagini della magistratura, eliminando gli stiddari che volevano partecipare alla spartizione dei soldi nel grande affare dell’uva.


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